Tiri liberi sulla Comark
Stop agli alibi sul mal di trasferta

Non ci va di archiviare, senza qualche considerazione, la decima sconfitta consecutiva in trasferta della Comark. D'accordo, si è di nuovo inciampato di fronte alla regina del campionato, ma non possiamo nasconderci dietro al «mal di trasferta».

Non ci va di archiviare, senza qualche considerazione, la decima sconfitta consecutiva in trasferta della Comark (quella di domenica a Torino). D'accordo si è di nuovo inciampato di fronte alla regina del campionato ma parte degli altri passi falsi, lontani da Treviglio, sono stati accusati con antagoniste di media e bassa guarduatoria. A meno che ci si accontenti, nel caso dell'ultimo viaggio, di essere rientrati con il passivo di «sole» dieci lunghezze al termine di una sfida decisa nell' ultima frazione.

Riconosciamo pure, il pieno merito, del ruolo di leader ship al quintetto torinese tenendo, però, presente che lo stesso, in precedenza, si era arreso in quattro occasioni. Come dire che, sempre Torino, non è esente da vulnerabilità. Un tallone d'Achille evidentemente c' è l'ha, individuato da coloro che lo hanno messo alle corde. Pensare che dopo la roboante e convincente vittoria, otto giorno prima sul temibile Matera, al PalaFacchetti, aveva di colpo iniettato fiducia e ottimismo nell'intero ambiente proprio in vista del match successivo.

Non accadendo quanto legittimamanete auspicato sarà utile riaffrontare sino in fondo l'argomento relativo a quel mal di trasferta, risultato incurabile da oltre quattro mesi (dall' uno novembre, successo di Firenze). Domanda d'obbligo: è mai possibile che in questo non breve lasso di tempo coach Adriano Vertemati non abbia trovato una terapia appropriata? Altro spontaneo interrogativo: tutte le responsabilità conducono all' allenatore milanese? Mah, visto che le sue funzioni parlano di far rendere al meglio le pedine avute in dote dalla società. Di conseguenza bisogna stabilire se la qualità dell' organico è coniugabile con gli obiettivi indicati (playoff) ufficialmente dalla dirigenza e accettati dal tecnico. E a detta di accreditati addetti ai lavori con titolari dello spessore di Pederzini, Ferrarese, Reati, Raminelli e Perego (includiamo senza timore Cazzolato e Maspero) non centrare il traguardo annunciato sarebbero irrazionale. Di positivo rimane, comunque, una classifica estremamente corta per quanto concerne le posizioni di alta quota. Ma ecco tornare d'attualità il discorso sul mal di trasferta che si cronicizzerà raggiungere il quarto posto non sarà, certo, agevole.
Arturo Zambaldo

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