Atalanta, l'esclusione di Livaja
Segnale forte della società

Concordiamo con l'Atalanta sulla vicenda Ljvaja. Per l'averlo escluso dai convocati nella sfida con la Sampdoria e per la comunicazione tempestiva, ai media, del provvedimento.

Concordiamo con l'Atalanta sulla vicenda Livaja. Per l'averlo escluso dai convocati nella sfida con la Sampdoria e per la comunicazione tempestiva, ai media, del provvedimento. Sul primo punto, l'intervento disciplinare è sinonimo di autorevolezza nonché di un messaggio al talentuoso croato per fargli rigorosamente capire quale aria tira nell'ambito feudo nerazzurro di Zingonia.

Quanto all'altro aspetto, una volta tanto, trasgredire il motto “i panni sporchi si lavano in famiglia” va coniugato in maniera sicuramente positiva. Il tutto al di là del movente, non reso noto, che ha sprigionato il sorprendente caso. Chiudere, del resto, uno o addirittura entrambi gli occhi su quel qualcosa che di certo è accaduto, sarebbe stato, a nostro avviso, come esporre il giocatore a recidività nel prossimo-futuro. Una sanzione, per di più, comminata nel momento in cui a Livaja, molto probabilmente, sarebbe stata riconsegnata la maglia da titolare, al pronti via, contro i blucerchiati. Anche ciò va ritenuto un ulteriore segnale forte, e quindi apprezzabile, da parte della società.

In ogni caso, importante e auspicabile è che il “castigo” possa servire da lezione e contribuisca a restituire a mister Colantuono e ai compagni di spogliatoio un giocatore riveduto e corretto sul fronte-comportamentale. In effetti alzi la mano chi, tra la tifoseria, in gennaio, alla notizia del suo arrivo a Bergamo non abbia esultato, complimentandosi con l'operatore di mercato, Pier Paolo Marino, per il colpaccio. Visto, poi, che negli accordi sulla comproprietà (legata alla cessione di Schelotto) con l'Inter, Livaja dovrebbe rimanere da noi anche nella stagione sportiva 2013-2014, tenercelo stretto stretto sarebbe razionale all'ennesima potenza. A patto, però, di adeguati atteggiamenti.

Arturo Zambaldo

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