Atalanta, due pesi e due misure?
Conviene guardare in casa nostra

Due pesi e due misure nei provvedimenti del giudice sportivo relativi al trionfale blitz a Milano dei nerazzurri? Ci sta tutto, ma non è questo il nocciolo del problema. Guardiamo in casa nostra: da ingenui siamo caduti nel tranello

Due pesi e due misure nei provvedimenti del giudice sportivo relativi al trionfale blitz a Milano dei nerazzurri? Ci sta tutto, ma non è questo il nocciolo del problema. Guardiamo in casa nostra: da ingenui siamo caduti nel tranello di un giovanotto da noi ben conosciuto, il quale deve aver voluto saldare qualche vecchio conto del suo ex spogliatoio.

Risultato: per un pezzo dovremo rinunciare al generoso Raimondi e al cileno Carmona, e per un turno al talentuoso Cigarini. Una autentica batosta che oscura anzitempo una delle più belle pagine dell'ultra centenaria storia dell' Atalanta.

E per una volta, sottolineiamolo con franchezza, siamo andati a cercarcela: va bene che a cominciare è stato Schelotto ma, dopo averlo totalmente neutralizzato sul campo, non era affatto il caso regolare i conti in maniera così plateale.

Primo perché i giocatori, da professionisti e per di più privilegiati, dovrebbero mettere in preventivo ogni situazione specie se complicata: se poi non ce la fanno a controllarsi dovrebbe scattare in loro un pizzico di furbizia.

Non è un discorso da sportivi, tanto che lo sussurriamo come se fossimo in uno spogliatoio. Per fortuna la classifica non esige impegni straordinari ma privarsi di colpo di tre titolari in un contesto diverso ci sarebbe potuto costare assai caro.

Mister Stefano Colantuono, dopo aver abilmente placato Livaya, dovrà anche cimentarsi a calmare gli atteggiamenti del citato terzetto. Dopo aver battuto, con pieno merito e in rimonta, l'Inter per 4 a 3 si è assistito ad un supplemento che con il calcio ha nulla di che spartire.

Quanto meno a Bergamo per quel tipo di spettacolo non conosciamo persona disposta a pagare il biglietto.
Arturo Zambaldo

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