Atalanta, più qualità che quantità
Servono difensori e un trequartista

Che a Parma la testa dell'Atalanta, e con essa le gambe, il gioco, i tiri in porta e i passaggi filtranti per le punte (e non per la difesa avversaria), siano rimasti in canna «pensando» alla Juventus mercoledì sera è la speranza di molti e anche la nostra.

Che a Parma la testa dell'Atalanta, e con essa le gambe, il gioco, i tiri in porta e i passaggi filtranti per le punte (e non per la difesa avversaria), siano rimasti in canna «pensando» alla Juventus mercoledì sera è la speranza di molti e anche la nostra. Non una convinzione, solo un auspicio, vagamente rafforzato dalla costatazione che nessuno dei diffidati nerazzurri si sia azzardato a rischiare un tackle da cartellino giallo.

Se l'auspicio sia fondato o sia fuffa lo scopriremo mercoledì sera, nel frattempo dalla non-partita del Tardini si possono trarre un paio di considerazioni. La prima è che l'Atalanta della prossima stagione dovrebbe cambiare pelle a partire dalla difesa. Coi due beccati domenica sono 51 i gol subiti in 35 partite e l'andazzo del ritorno non è così diverso da quello dell'andata: 28 gol nelle prime 19 partite, 23 nelle successive 16.

La media partita (1,47 all'andata, 1.43 nel ritorno a tre partite dalla fine) e il numero di gare senza gol sul gobbone (4 all'andata, 3 finora nel ritorno) fanno pensare che le partenze e gli arrivi di gennaio non abbiano sconvolto la qualità complessiva della difesa, anche se l'addio di Manfredini ha indubbiamente annacquato la capacità di far partire l'azione e quella di mantenere più «alta» la linea. Che a destra manchi un terzino di ruolo, giovane ma non “imberbe” , è ormai assodato, che a sinistra Brivio stenti anche, che i nostri becchino troppo spesso gol rocamboleschi pure.

L'impressione è che al centro manchi un giocatore più rapido, più agile, complementare e non simile agli attuali. Aspettando Capelli, urge rafforzare (e ringiovanire) la difesa. Seconda considerazione. Domenica nel dopo-partita di Parma Colantuono si è lamentato parecchio dei contropiede sprecati nell'ultimo passaggio. L'indiziato principe è Moralez, ma nel tonfo di Parma Maxi non è affondato più di altri. Semplicemente ha confermato l'annata-no dopo i bagliori col Bologna e ha confermato di essere troppo altalenante per poter essere una costante. Sicché in chiave mercato si ripropone il tema della qualità dell'attacco, a prescindere dal fatto che l'Atalanta del futuro giochi con una o (meglio) due punte.

L'auspicio che la squadra che verrà abbia meno quantità, anche nella rosa, ma più qualità, più idee e più coraggio, e che l'antipasto arrivi mercoledì con la Juventus. Dopo la «sosta» di Parma chi c'è e chi non più lo mostri subito.
Simone Pesce

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