Ci risiamo con le intemperanze
Livaja non è stato di parola

Ci risiamo con le intemperanze di Livaja. A distanza di poco più di un mese dal precedente episodio, il ventenne croato è stato di nuovo appiedato, per motivi disciplinari, dal club nerazzurro. Dunque, per lui, niente partita con la neo scudettata Juventus.

Ci risiamo con le intemperanze di Livaja. A distanza di poco più di un mese dal precedente episodio, il ventenne croato è stato di nuovo appiedato, per motivi disciplinari, dal club nerazzurro. Dunque, per lui, niente partita con la neo scudettata Juventus che avrebbe dovuto disputare a fianco di Denis, dopo aver scontato, il turno di squalifica.

Questa volta la società è stata tempestiva nel comunicarlo ufficialmente e al tempo stesso lo ha fatto in modo circostanziato. Insomma, alla luce del sole quasi a voler esporre il giocatore alle valutazioni dei tifosi. Questa, quanto meno, la nostra interpretazione. L'auspicio è che il provvedimento possa servire da definitiva lezione.

L'Atalanta non vorrebbe affatto perdere per strada la talentuosa punta per ragioni extra calcistici. E' il caso di ricordare che Livaja in comproprietà con l'Inter, era arrivato a Bergamo nel mercato di gennaio nell'operazione che aveva portato alla corte di Moratti l' atalantino Schelotto. Tutto era filato per il verso giusto sino al 29 marzo scorso con l'attaccante che sul terreno di gioco aveva confermato notevoli qualità tecniche.

Era la vigilia della sfida casalinga con la Sampdoria. E, guarda caso, ancora nella seduta di rifinitura del sabato, Livaja era stato mandato anzitempo negli spogliatoi. In quel frangente si era reso protagonista di un acceso diverbio con mister Stefano Colantuono che gli aveva fischiato, nelle sue vesti di occasionale arbitro, un fuorigioco non condiviso dal giocatore. Scattò, pure allora, la mancata convocazione per l'incontro, appunto, con l'undici doriano. Qualche giorno dopo Livaja in conferenza stampa, a Zingonia, ammise di avere sbagliato promettendo che non sarebbero più accadute vicende del genere. Complimenti, si è visto…

Arturo Zambaldo

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