Comark, lo sponsor lascia?
Massimo Lentsch: «Si al 95%»

«Il rimanente cinque per cento è figlio di una ulteriore riflessione, figlia della passione per il basket in genere. Ma come, si capirà, le possibilità di rimanere sono ridotte, proprio, al lumicino».

“Al novantacinque per cento non rinnoverò il contratto di sponsorizzazione con Treviglio. Del resto, avevo annunciato proprio al sito on line de L'Eco di Bergamo, lo scorso gennaio, che qualora la squadra non avesse centrato i playoff me ne sarei andato”.

E' l'inizio della conversazione di Massimo Lentsch, titolare della Comark spa che da quattro campionati ha concesso l'abbinamento pubblicitario al club della Bassa, presieduto da Gian Franco Testa da un paio di anni. “Il rimanente cinque per cento – sono sempre sue parole - è figlio di una ulteriore riflessione, figlia della passione per il basket in genere. Ma come, si capirà, le possibilità di rimanere sono ridotte, proprio, al lumicino”.

Un attimo di pausa e Lentsch ha così proseguito “Nel corso del campionato di soddisfazione me ne solte parecchie visto che in alcune gare i giocatori ci hanno regalato prestazioni eccellenti. Peccato il pessimo ruolino di marcia nelle trasferte che, alla fine, ci è costato molto caro o se si preferisce ha determinato il mancato accesso alle entusiasmanti sfide che si susseguiranno”.

Il numero uno dell'azienda di comunicazione e marketing, con sede al Kilometro rosso, a Stezzano, è un fiume in piena “Pensare che il mio forte e chiaro messaggio trasmesso a voi era stato subito raccolto dalla dirigenza la quale, in un batter d'occhio, al mercato di riparazione invernale, aveva rinforzato l'organico con gli ingaggi di Raminelli e Pederzini, pedine di sicuro affidamento. Di ciò gliene dò atto ma, evidentemente gli sforzi economici compiuti non sono andati di pari passo con i risultati centrati sul parquet di gioco”.

Alla domanda se qualora dovesse definitivamente dire nò al sodalizio orobico si guarderebbe in giro per una nuova sponsorizzazione sportiva, ha risposto senza il minimo tentennamento “Sono sincero: è da tempo che suonano al campanello della mia azienda per propormi di entrare in questa o in quella società e non solo di pallacanestro. A tutti ho rimandato il discorso alla prossima estate. Una cosa, comunque, è certa: se lascerò la piazza di Treviglio rimarrò tifoso di quel team grazie al quale, ribadisco, ho provato un sacco di indimenticabili emozioni”.
Staremo a vedere…

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA