Jack: «L'ho saputo da Favini
La Nazionale, una dedica a tutti»

Jack d'Italia, stavolta è vero. «Ci speravo, quando ho visto come mi guardava stamattina (ieri mattina, ndr) Favini ho capito che la chiamata era nell'aria. È un premio per questa stagione, per questi anni: è un premio che dedico ai miei compagni, alla società, ai tifosi, alla città».

Jack d'Italia, stavolta è vero. «Ci speravo, quando ho visto come mi guardava stamattina (ieri mattina, ndr) Favini ho capito che la chiamata era nell'aria. È un premio per questa stagione, per questi anni: è un premio che dedico ai miei compagni, alla società, ai tifosi, alla città».

Finalmente il premio, finalmente Prandelli l'ha chiamato, finalmente anche la Nazionale ha il suo Jack, l'asso, il jolly, il re dei talenti dell'Atalanta. Finalmente Giacomo «Jack» Bonaventura può pensare all'azzurro senza arrossire in sospiri e ricordi delle baby Nazionali: l'Under 19, il Mondiale Under 20 «con ricordi bellissimi».

Meglio ora. Dalle sei e trequarti di ieri sera Bonaventura è tra i 31 chiamati in Nazionale da Prandelli per i test atletici a Coverciano, lunedì e martedì, rodaggio a secco in vista dell'amichevole con San Marino, la gara di qualificazione mondiale con la Repubblica Ceca, il 7 giugno, soprattutto la Confederations Cup in Brasile.

La prova generale dei Mondiali. «Quelli e la Confederations sono il sogno di tutti, ma io adesso penso solo a questa chiamata che mi riempie di felicità – parte a razzo Jack –. È una soddisfazione grande, è il coronamento di una stagione splendida con questa maglia, mi ripaga di tanto lavoro qui a Bergamo e di tutto quanto mi ha dato l'Atalanta e mi hanno dato i miei compagni in questi anni. Questa convocazione è per la squadra, per la città, per i tifosi».

Per lui, dice, non ci sono stati avvisi di chiamata, segnali preventivi, anche se la chiamata di Jack in Nazionale nei giorni del rinnovo del contratto (fino al 2017) era un sussurro ormai grande come un boato. Voci. Ma è stato il maestro di Zingonia, Mino Favini, a fargli capire che stavolta il sorriso sarebbe stato azzurro.

«Stamattina (ieri mattina, ndr) Favini mi guarda, mi sorride, mi ferma e dice: allora sei pronto? Era nell'aria, poi nel pomeriggio mi ha chiamato il direttore Marino per darmi l'annuncio in anteprima. Decisivi i 7 gol in campionato? Penso di sì, il gol cambia la valutazione, la stima». Quella di Jack è decollata a San Siro, nella notte della pazzesca rimonta contro l'Inter. Gol come saette nel buio, e tra le stelle la cometa di Jack.

«Quella partita (gol e assist) mi ha fatto sentire bene contro grandi campioni, forse lì ho capito che l'annata è quella giusta, anche se considero la chiamata un premio al lavoro. Cosa dico a Consigli e Cigarini rimasti fuori? Voi ci siete già stati, stavolta toccava a me, dai». Dai Jack. Toccherà a lui chiudere col botto al Comunale, domenica col Siena, toccherà a lui, all'Atalanta e al mercato dire se poi sarà addio. Perché questa chiamata azzurra sembra un assist ai saluti.

«Non lo so, ma non è un mio pensiero ora. Lo è chiudere la stagione al meglio domenica, buttarmi da lunedì in Nazionale e dedicare questa occasione ai tifosi, a tutta Bergamo. È stato bellissimo stare qui».

Simone Pesce


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