Atalanta, i risultati dei figli di Zingonia
sono messaggi a mister Colantuono

I recenti lusinghieri risultati centrati dai baby nerazzurri (titolo italiano della Berretti e tuttora in corsa per il tricolore della Primavera, tanto per citarne i principali) rafforzano le tesi dei sostenitori che da tempo invocano l'impegno dei giovani in prima squadra.

I recenti lusinghieri risultati centrati dai baby nerazzurri (titolo italiano della Berretti e tuttora in corsa per il tricolore della Primavera, tanto per citarne i principali) rafforzano le tesi dei sostenitori che da tempo ne invocano l'accelerato ingresso nel prossimo organico da consegnare al confermatissimo mister Stefano Colantuono.

E i primi nomi che si vorrebbero inserire, ad occhi chiusi, corrispondono a quelli del centrocampista Palma e di bomber Cais, punti di forza del team allenato da Walter Bonacina. Ma sempre da parte di quella corrente di pensiero emerge a chiare lettere l'auspicio che gli eventuali prescelti non vengano dimenticati in panchina, strada percorrendo. In altri termini non li si vorrebbe, poi, che recitino il copione di comprimari con la «C» maiuscola.

Un discorso, questo, difficilmente contestabile, quanto meno, in teoria. Nella pratica, però, sopraggiungono le specifiche circostanze o gli eventi del momento a determinare le relative scelte. Abbiamo avuto modo di certificarlo nello scorso inverno allorquando infortuni e squalifiche hanno indotto la società a correre di fretta ai ripari ingaggiando a gennaio pedine esperte in grado, nelle intenzioni, di subentrare agli assenti. Ricorrendo al classico senno di poi, verrebbe da dire che di fronte alle incerte prestazioni sul campo di alcuni neo acquisti sarebbe stato meglio accordare fiducia a qualcuno delle nostre giovanili.

Tornando ai giorni nostri riteniamo, comunque, che se l'orientamento della dirigenza pare essere quello di sfoltire i ranghi diventerebbe fisiologico puntare sui «figli» di Zingonia, naturalmente, di magior talento. In tal caso Colantuono smentirebbe, una volta per tutte, coloro (e non sono davvero pochi) che gli imputano una prolungata refrattarietà al riguardo. Del resto il produttivo laboratorio di mastro Mino Favini (coadiuvato da poco dal direttore sportivo Gabriele Zamagna) richiede la più rigorosa continuità.

Arturo Zambaldo

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