Atletica: Rachik italiano?
Dalla Idem arriva un assist

C'è Idem e idem e Yassine Rachik spera non sia un film già visto: «Speriamo sia la volta buona: in passato ho già avuto molte delusioni». «Si potrà diventare italiani anche per meriti sportivi», ha proposto due giorni fa la neoministra.

C'è Idem e idem e Yassine Rachik spera non sia un film già visto: «Speriamo sia la volta buona ma lo dico a voce bassa: in passato ho già avuto molte delusioni». «Si potrà diventare italiani anche per meriti sportivi», ha proposto due giorni fa la neoministra di Sport e Pari Opportunità e il pensiero di BergamoAtletica è corso al 20enne d'origine marocchina trapiantato a Castelli Calepio.

Vive dalle nostre parti da nove anni, negli ultimi sei ha vinto 14 titoli italiani su pista, cross e strada, sbarrata (per problemi di passaporto) verso le nazionali giovanili: «Già nel 2009 sembrava potessi divenire italiano, ma poi la cosa è naufragata - continua lui, tesserato per la 100 Torri di Pavia - . A questo punto incrocio le dita e spero che qualcosa si muova. Sarebbe un peccato perdere altro tempo».

Già. Personali alla mano poteva prendersi una medaglia agli ultimi Europei di cross, una finale sui 5000 dei Mondiali Jr, invece Yassine è come una Ferrari che può girare solo nel cortile di casa. Sottoutilizzata e con conseguenze tutte da valutare per motore e telaio: «A livello mentale la mia situazione non è facile - prosegue lui che quest'inverno è stato a Ifrane (in Marocco) per uno stage in altura -. Certi treni non tornano più e senza i mezzi di altri top runner (vedi ingresso in un corpo militare, ndr) non è facile fare progressi».

Ferma dicono sia anche la pratica di papà Said da quattro anni in attesa di cittadinanza italiana nonostante sia a Bergamo dal 1992 (con posto fisso e casa di proprietà). Nella peggiore delle ipotesi Yassine farà richiesta del tanto agognato documento il prossimo anno, in tempo utile per l'ingresso nella categoria dei senior.

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