Sport
Giovedì 06 Giugno 2013
Atalanta, Gabbiadini sì o no?
I supporter sembrano divisi
Gabbiadini sì o Gabbiadini no? È il dilemma che, secondo noi, affligge il direttore generale nerazzurro Pierpaolo Marino. La vicenda è arcinota: si tratta, innanzittutto, di risolvere la delicata comproprietà del giovane bomber bergamasco.
Gabbiadini sì o Gabbiadini no? È il dilemma che, secondo noi, affligge il direttore generale nerazzurro Pierpaolo Marino. La vicenda è arcinota: si tratta, innanzittutto, di risolvere la delicata comproprietà del giovane bomber bergamasco.
I partiti si sono già divisi: chi non vorrebbe rivedere l'abulica punta di due stagioni fa; chi viceversa lo rivorrebbe al volo all'Atalanta. Questi ultimi al ricordo del brillante bomber del Bologna (sei i suoi gol) e dell'under 21. Il problema, del resto, non è inedito: parecchi baby sono fortissimi tra gli «azzurrini» ma si tratta di capire se lo saranno, poi, anche successivamente.
Entrambe gli schieramenti, comunque, vantano buone ragioni: fare cassa sdoganando definitivamente una eterna promessa oppure trattenere il campioncino del prossimo futuro? L'unica certezza è che tra non molto leggeremo sui giornali il fatidico «io l'avevo detto». Il difficile è dirlo adesso.
Comprensibili, allora, le ambasce di chi deve decidere magari nel giro di 48 ore. In attesa di decisioni e scelte al riguardo rimane mister Colantuono che qualcosa avrà pure concordato con la dirigenza ma che a noi non è dato conoscere.
Oggi come oggi l'Atalanta, dispone, in fase offensiva, dei confermati Denis e Livaja con De Luca e Marilungo probabili conferme. Certo, se rientrasse a Bergamo Gabbiadini si potrebbe parlare di un attacco non solo completo ma addirittura da sogni.
Il problema, però, è che spesso e volentieri i sogni mal si coniugano con i bilanci. E a proposito di cassa, resta anche da vedere la valutazione che la Juventus darà all'operazione inserendo, al tempo stesso, giocatori da girarci. Si torna al solito ritornello: meglio l'uovo oggi o la gallina domani? A Marino, con la complicità del presidente Antonio Percassi, l'ardua sentenza.
Arturo Zambaldo
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