Percassi alla festa della Dea:
«Una goliardata ma fate i bravi»

Il presidente dell'Atalanta, Antonio Percassi, è intervenuto martedì sera alla festa della Dea. Facendo riferimento all'episodio del carro armato, Percassi ha detto alle migliaia di tifosi presenti: «Domenica sera avete fatto una goliardata e so che a voi piacciono gli scherzi. Ma fate i bravi....».

Niente elicottero, niente colpo di mercato, ma un piazzale esaurito in ogni ordine di posto, numeri da record, e un ingresso particolare. Alla Festa della Dea è stata la serata del presidente Antonio Percassi, del dg Marino, del ds Zamagna, del responsabile scouting Beppe Corti e dei figli di Percassi Luca e Stefano.

Già un'ora prima dell'ingresso della dirigenza atalantina le strade attorno ad OrioCenter erano bloccate e alle 22,30 Percassi and company sono arrivati a bordo di una mietitrebbia, che sulla sua strada si è trovata e ha fagocitato una lunga striscia fatta di giornali, locali e nazionali, un segno di protesta contro la stampa da parte degli organizzatori, per le vicende giudiziarie e non dell'ultimo periodo.

La giornata è stata infatti caratterizzata dalla polemica sul carro armato della scorsa domenica: ci ha pensato Percassi a fare un appello ai suoi tifosi: «So che a voi piacciono gli scherzi e avete fatto una goliardata, ma chi ama l'Atalanta faccia il bravo».

La risposta è stata data dal Bocia Galimberti: «Il carro armato era la nostra mascotte, non vogliamo mettere in difficoltà nessuno e fare del male alla società. Non voleva essere quello che qualcuno ha considerato in modo diverso».

L'appuntamento finale è sempre quello che trasmette la maggior carica, perché anche stavolta il numero uno della società non si è tirato indietro. «Bellissimo vedere tutte queste famiglie e questi bambini - ha proseguito Percassi -. Sognare è giusto, ma vogliamo continuare a crescere, anno dopo anno. Non dobbiamo più ripetere quegli alti e bassi, serve il vostro aiuto, dovete fare capire anche ai nuovi cosa vuol dire essere dell'Atalanta. Quando vinciamo sono gasato e salto sul letto, al contrario se non vinci al lunedì a te gira i bale».

A seguire Marino che urla la sua gioia e carica la gente, ma il premio della serata va a Lele Zamagna, che canta dall'inizio alla fine «Romagna mia» in versione atalantina. Poi tocca agli eroi della Coppa Italia, il figlio di capitan Gardoni e la sorella di Magistrelli, poi Colombo, Nielsen, Cometti, Christensen, Mereghetti, Pizzaballa con la Coppa, un grande salto nel passato dopo l'arrivo a bordo di un veliero.

Dopo 50 anni i loro volti segnati dal tempo raccontano ancora l'emozione di quel calcio che non c'è più. Poi il Bocia saluta Mondonico: «Voleva esserci, ma domani (oggi per chi legge, ndr) dovrà andare in ospedale».

Simone Masper

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