Scommesse: Mauri spera
Le sentenze la prossima settimana

Al processo è stata la giornata di Mauri e della sua Lazio, anche perchè  i giudici hanno trovato una trentina di tifosi biancocelesti davanti all'ingresso dell'Hotel Nh con esposto lo striscione «Attenti i conti con la Lazio e Mauri fateli bene».

Al processo è stata la giornata di Mauri e della sua Lazio, non solo perchè - Ferrario a parte - erano rimaste solo le loro arringhe, ma anche perchè dopo le richieste shock del pm federale Stefano Palazzi (-6 punti al club biancoceleste, 4 anni e mezzo al suo capitano), giovedì i giudici hanno trovato una trentina di tifosi biancocelesti davanti all'ingresso dell'Hotel Nh con esposto lo striscione «Attenti i conti con la Lazio e Mauri fateli bene».

Una protesta pacifica, mentre all'interno il momento clou del primo grado del processo al Calcioscommesse relativo a Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del 2011, è arrivato alla fine, con i legali di Mauri (Buceti e Melandri), che hanno provato a segnare il gol al 90'.

Per dimostrare che Mauri non avrebbe mai scommesso sulle due presunte combine Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, gli avvocati hanno prodotto un tabulato con tutte le giocate effettuate sul calcio nella ricevitoria Gold Bet dell'amico Luca Aureli: «Se aveva la scheda dedicata che lo copriva poteva scommettere da Aureli no?», domanda l'avvocato Melandri. Ma per Lazio-Genoa, su 86 giocate effettuate presso la ricevitoria di Aureli, una sola (500 euro di puntata) potrebbe essere stata fatta da Mauri: «Peccato che è stata registrata alle 11.45 del 14 maggio, esattamente mezzora prima dell'incontro Zamperini-Ilievski con Mauri. Non la può aver fatta Mauri», fanno notare i legali del laziale, che poi ricordano la vittoria della scommessa di Mauri sulla gara di tennis Wozniacki-Jankovic. Tutto tornerebbe, sul tennis si può scommettere.

«Assolvere è facilissimo, condannare è più difficile», replica stizzito Palazzi, rivolgendosi alla Commissione Disciplinare.

«Ma perchè allora alla domanda della Procura, Mauri disse che Aureli è amico di Zamperini e lo ha ripetuto due volte? Sono risposte elusive», la controreplica del procuratore federale che lascia i giudici in forse prima di ritirarsi per deliberare (sentenza di primo grado attesa per la prossima settimana).

«Non ci faremo spaventare dalle richieste di Palazzi», aveva tuonato l'avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, prima di anticipare i due legali di Mauri nella sua arringa in difesa del club di Lotito, chiamato a rispondere di due responsabilità oggettive da legare alle presunte combine organizzate dal proprio tesserato. Gentile ha cercato di scardinare la credibilità del pentito Carlo Gervasoni, che tira in ballo Mauri sostenendo di averlo appreso da Gegic: «Ma davanti al Gip, Gegic confessa di aver alterato una valanga di partite, ma quando arriva a Lazio-Genoa e Lecce-Lazio dice di non aver fatto e saputo nulla». Obiezione di Palazzi: «E perchè allora non sa rispondere sull'esistenza di quella telefonata alle 2.26 del 13 maggio con Zamperini? Qui Gegic alza le spalle due volte...».

Contatti pericolosi, su cui attacco e difesa si sono scornati. E in questo sottobosco si situano le dichiarazioni di Zamperini: «La mattina di Lazio-Genoa sono stato a Formello con Ilievski - ammette Zamperini ai giudici - ma sono entrato soltanto io. Mauri mi ha dato il mio biglietto, ho parlato con lui 5 minuti alla guardiola del Centro Sportivo poi ho accompagnato Ilievski al centro di Roma, abbiamo preso un caffè e da quel giorno non l'ho più visto».

Zamperini scagiona anche Ferrario, il quale subito dopo apre ai giudici sull'omessa denuncia (era già agli atti). «Io mi prendo le mie responsabilità perchè ho sbagliato a non denunciare Zamperini, ma per questo merito un'omessa denuncia, mentre se mi condannate per illecito sappiate che condannate un innocente». 

Ad dover essere giudicati sono 7 tesserati e 3 club, la Lazio, il Genoa e il Lecce. Il capitano biancoceleste parte da una richiesta iniziale di 4 anni e mezzo e rischia la carriera. Per la Lazio, la speranza resta quella di smussare la penalizzazione, anche in virtù del D. Lgs. 231 che attenua le colpe delle società laddove dimostrino di aver fatto il possibile per prevenire il reato. (ITALPRESS)

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