L'impiegato Oberti vince l'oro
In permesso per fare le batterie

«Per gareggiare nelle batterie mi sono preso un giorno di ferie, ma ne è valsa la pena. Aveva ragione Mennea, la fatica non è mai vana: soffri ma sogni». Quelli di Michele Oberti sono diventati realtà sul gradino più alto del podio degli Assoluti negli 800.

«Per gareggiare nelle batterie mi sono preso un giorno di ferie, ma ne è valsa la pena. Aveva ragione Mennea, la fatica non è mai vana: soffri ma sogni». Quelli di Michele Oberti sono diventati realtà sabato scorso, sul gradino più alto del podio degli Assoluti di Milano.

È questo 26enne runner-impiegato di Torre de' Roveri il nuovo campione italiano degli 800 metri, la dimostrazione fatta atleta che la classe operaia non va in paradiso solo in certi film un po' retrò: «È stata la mia giornata più bella - dice in apertura -. Pensare che un mese fa non era più certo di voler portare avanti un certo tipo di impegno. Invece, poi...».

Poi, dopo il rinfrancante successo nell'Highlander Run e le belle performance del «Città di Nembro» (secondo posto) e a Lignano Sabbiadoro (1'48"74, a un soffio dal personale) «Obe» s'è preso un oro che vale platino. A differenza della stragrande maggioranza dei «big», fa atletica in maniera professionale ma non professionistica, allenandosi nei ritagli di tempo lasciati dal lavoro.

«Sino a tre anni fa speravo di entrare in un corpo militare, ora se chiamassero direi di no - continua questo perito elettrotecnico dalla sensazionale resistenza alla fatica -. Ho trovato il mio equilibrio, sto bene così: corro per passione, non per denaro».

Leggi di più su L'Eco di martedì 30 luglio

© RIPRODUZIONE RISERVATA