Baranca denunciò le puntate anomale
«Dubito che il calcio voglia chiarezza»

«Ha ragione il pm di Martino: la sentenza Mauri ci fa venir voglia di lasciar perdere tutto. Il problema è capire se il calcio vuole risolvere la situazione e io ne dubito». Parla Baranca, bergamasco, che rappresenta il bookmaker austriaco SkySport365 Gmbh.

«Ha ragione il pm di Martino: la sentenza Mauri ci fa venir voglia di lasciar perdere tutto. È un tana libera tutti, due pesi e due misure. Il problema è capire se il calcio vuole davvero risolvere la situazione e io ne dubito».

La situazione di Calciopoli Francesco Baranca, bergamasco, legale rappresentante del bookmaker austriaco SkySport365 Gmbh, la conosce come le sue tasche perché dalle sue «tasche», dalla denuncia sui flussi anomali di puntate su alcune partite del campionato italiano, è partita la scintilla che ha dato il là all'inchiesta sulle scommesse.

Da Doni in giù, Baranca ha visto, sentito, informato e collaborato con la giustizia ordinaria e sportiva, procura di Cremona in primis. «E perciò non sono sorpreso delle dichiarazioni del pm: ha ragione a essere deluso, lo siamo anche noi».

Ma allora che cosa non funziona? Baranca non ha dubbi. «Lazio-Genoa e Lecce-Lazio fanno parte delle 32 partite che noi abbiamo segnalato in questi due anni, ma cosa fa il mondo del calcio per prevenire? Nulla. Solo il Novara ha deciso di affidare a una società esterna il controllo dei flussi sulle partite della propria squadra, gli altri club no. Perché?».

Non sono i soldi a mancare, dice Baranca. «Semmai la volontà, perché i numeri e i flussi non mentono mai. Ora ci ritroviamo nella situazione per cui sull'onda emotiva i primi hanno pagato, in primis Doni e l'Atalanta, quelli chiamati in causa dopo no. Eppure Lazio-Genoa mi fa pensare ad Atalanta-Pistoiese, l'illecito c'è ma non chi l'ha commesso».

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