Italia qualificata per i Mondiali:
dedica di Prandelli per Eleonora

«Le dediche sono sempre un po' particolari: chi lavora, la squadra, i massaggiatori, i dirigenti. Ma in momenti come questi ho pensato al gesto incredibile della dottoressa Eleonora Cantamessa che ha dato la sua vita per soccorrere una persona». Parole di Prandelli.

La gioia è piena: «Ho visto una grande Italia». Ma l'annuncio che qualcuno attendeva non c'è. «Il futuro? Ora c'è tutto il tempo, parleremo e chiariremo: non sarà una telenovela ma stasera non ho nessuna decisione da raccontare», dice Cesare Prandelli nella notte della qualificazione record, dopo il 2-0 alla Repubblica Ceca (gol in rimonta nella ripresa di Chiellini e Balotelli su rigore).

«Le dediche sono sempre un po' particolari: chi lavora, la squadra, i massaggiatori, i dirigenti. Ma in momenti come questi ho pensato al gesto incredibile nel Bergamasco della dottoressa Eleonora Cantamessa che ha dato la sua vita per soccorrere una persona: vorrei dedicare questa serata alla sua memoria», dice il ct, prima di raccontare le strane sensazioni dell'intervallo.

«Nello spogliatoio non avevamo gran voglia di sorridere, tra primo e secondo tempo: ho incoraggiato Balotelli per i gol sbagliati e alla squadra ho detto che non dovevamo demoralizzarci. Sapevamo di poter ribaltare il risultato e siamo stati premiati per la nostra volontà: siamo grandi perché conosciamo i nostri limiti e sappiamo esaltare le nostre qualità. No, non abbiamo mai pensato di non farcela, era la squadra a darmi fiducia».

«È sempre particolarmente difficile quando ci sono aspettative alte - prosegue Prandelli -. Ora abbiamo il tempo per provare dei giovani, ma non saranno esperimenti. Dove possiamo arrivare al Mondiale non lo so, ma di una cosa sono certo dopo l'esperienza della Confederations: se non arriviamo in Brasile con un'ottima condizione fisica, sarà molto, molto difficile andare lontano».

Spiega la scelta di tener fuori Osvaldo con i riscontri negativi in allenamento, ma «poi quando è andato in campo ha lavorato molto bene». Quanto a Balotelli, «ha mantenuto lucidità e concentrazione: quanto ai gol sbagliati, capita agli attaccanti, lui non ha perso la calma ed è stato premiato».

Anche dallo Juve Stadium, tradizionalmente ostile. «Si percepisce amore attorno a questa nazionale, i 40 mila di Torino ci hanno dato la spinta giusta», conclude poco dopo che il suo collega ceco, Bilek, ha annunciato le dimissioni dalla panchina della nazionale. Prandelli invece comincia il cammino verso il suo primo Mondiale.

La data limite per stabilire cosa sarà della panchina azzurra dopo il Brasile è marzo, ma è possibile che Abete e Prandelli si incontrino prima. La Figc è pronta ad andare avanti col ct della rifondazione, ma dovrà fare i conti con la voglia del tecnico di tornare al mestiere da club. Spostata in avanti è invece la data per la lista dei 23, dove pure la situazione è abbastanza definita.

La qualificazione anticipata consente a Prandelli di avere due partite in più per gli esperimenti, che dovranno riguardare soprattutto i giovani. Lo schema base prevede, oltre ai tre portieri (Buffon, Marchetti, Sirigu), 7 difensori, 8 centrocampisti e 5 attaccanti. Il ct può giocare sulla duttilità di alcuni azzurri, come De Rossi, per giostrare sui numeri. Un posto certo lo hanno De Sciglio, Abate, Bonucci, Chiellini, Barzagli in difesa; Pirlo, De Rossi, Montolivo, Marchisio, Candreva, Giaccherini e Diamanti a centrocampo; Balotelli e Osvaldo in attacco. Se la giocano per due posti in difesa Maggio o Antonelli, e poi Astori, Ogbonna e Ranocchia, ma anche Pasqual e De Silvestri; per uno in mezzo al campo Verratti, Florenzi, Aquilani e Poli; tre le maglie da assegnare in avanti, dove - a prescindere da suggestioni alla Totti - sgomitano Gilardino, Giuseppe Rossi, El Shaarawy, Insigne, Cerci.

Appuntamento a Copenaghen l'11 ottobre per Danimarca-Italia: lì comincia la preparazione al Mondiale degli azzurri. E la corsa a una maglia.

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