Atalanta in crisi d'identità
Ma lo scoramento non serve

Atalanta in crisi d'identità? Possibile. Questo è il triste messaggio pervenuto da Parma. Partiamo dai quattro gol subiti allo stadio «Tardini» che aggiunti ai sei delle precedenti gare sono diventati già dieci (media di 2 a partita e scusate se è poco).

Atalanta in crisi d'identità? Possibile. Questo è il triste messaggio pervenuto da Parma. Partiamo dai quattro gol subiti allo stadio «Tardini» che aggiunti ai sei delle precedenti gare sono diventati già dieci (media di 2 a partita e scusate se è poco).

Con cifre simili se non ci si dà una mossa in tempi alquanto ristretti si preannunciano dolori. Vorremmo consolarci al risveglio dei nostri attaccanti (un gol ciascuno Denis, Livaja e Bonaventura), ma con il risultato finale di 4-3, dopo essere stati in superiorità numerica dal nono minuto della ripresa non ci sembra proprio il caso.

Ma anche l'atteggiamento caratteriale non ha certo impressionato. Ci vuol altro per un team votato alla salvezza e che a Parma avrebbe dovuto far dimenticare il ko di Napoli e con la Fiorentina. In altre parole se con i campani e i toscani le sconfitte erano annunciate, il Parma di Donadoni veniva presentato alla vigilia di pari spessore a quello dei nerazzurri. Anche il numero di ammonizioni rimediate in Emilia non è certo da sottovalutare.

Il primo tempo, addirittura, è stato imbarazzante. Se fosse quella la vera Atalanta le preoccupazioni salirebbero a vista d'occhio. Chi sostiene che i mali della squadra sarebbero da ricercare nell'acquisita “pancia piena” vien da chiedersi "ma perché mai".

E domenica arriverà a Bergamo l'Udinese, fresca del successo casalingo, nell'anticipo di sabato, sul Genoa. Restano meno di quattro giorni a disposizione di mister Stefano Colantuono per cercare di raddrizzare una barca che prende acqua da diverse fessure. L'importante, in casi come questi, è non farsi prendere da scoramenti intesi nel più ampio senso del termine. Guardare la classifica, dopo cinque turni serve a poco, sia nel bene sia nel male, anche se constatare che siamo sopra la zona rossa, anche se di una lunghezza, non è male.

Arturo Zambaldo

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