è stata promossa dagli oratori delle diocesi lombarde e dal Csi con il contributo della Regione Lombardia.
Il vescovo Roberto Amadei, intervenuto nella sua funzione di delegato per la Pastorale giovanile della Conferenza episcopale lombarda, ha detto che «è fondamentale una collaborazione tra le realtà oratoriali e quelle sportive, al fine di dare ai ragazzi una formazione a tutto campo». Una riflessione ricorrente nel corso del convegno. Infatti dall'indagine emerge che si sente il bisogno di creare una rete con le altre realtà: in primis le scuole e i Comuni. L'attività dei centri giovanili si pone come alternativa a quella di altre più strutturate che puntano più sulla dimensione agonistica, mentre l'oratorio vuole dare spazio a tutti per divertirsi e ritrovarsi, per condividere.
In proposito Davide Iacchetti, referente Csi Lombardia e direttore Area formazione, ha osservato che «occorrono una rinnovata attenzione e un rinnovato impegno a rafforzare il modello della società sportiva integrata nell'oratorio e che fa attività in oratorio».
Ma don Michele Falabretti, responsabile diocesano della Pastorale giovanile, si è spinto oltre affermando che «oggi si apre la questione della progettazione di altri spazi in oratorio. Essendo il campo di calcio il luogo prediletto per le attività sportive, inevitabilmente le femmine risultano un po' discriminate, quindi l'oratorio dovrebbe dotarsi di nuove strutture (come campi di pallavolo e basket, là dove non ci sono, come piste di pattinaggio e altro) attraverso una progettazione territoriale strategica, che favorisca una rete con enti pubblici e parrocchie».
Qualche numero dalle risposte date nei questionari: lo sport in oratorio è accolto nel 28% dei casi come divertimento, nel 27% come momento di aggregazione, nel 20% come momento di educazione, nel 15% come fatica, nel 10% come occasione di agonismo.
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