Intertrasport, tempo di riflessioni
Il futuro per il momento è nebuloso

Non accedere nemmeno alla finale dei playoff, dopo aver strenuamente rincorso per l’intera regular season l’obiettivo-promozione suscita amarezza e delusione che vanno sincronicamente a braccetto. Lo staff dirigenziale dell’Intertrasport è, così, da comprendere. Ultimata la prima fase della stagione con pieno merito in vetta alla classifica era scontato puntare al salto nel basket d’élite, considerando anche l'ormai lunga permanenza (15 anni) nella cadetteria. E avevamo anche apprezzato, al bando scaramanzia e falsa modestia, l’uscita allo scoperto della società che non aveva appunto nascosto la rincorsa al passaggio in Legadue.

Ciò aveva contribuito a dare maggior stimolo a un parco giocatori confezionato ad hoc per non deludere le ambiziose attese. Senza contare l’ulteriore carica trasmessa a supporter catalogati tra i più numerosi e appassionati della categoria. Ma proprio quando si sarebbero dovuto raccogliere i risultati finali ecco sopraggiungere il patatrac. E si, perché, di patatrac si è palpabilmente trattato.

Primo segnale d’allarme l’esordio casalingo (due settimane or sono) perso contro Castelletto Ticino piazzatosi solo settimo. Rimediato in qualche modo il nebuloso inizio, invece di rivedere l’Intertrasport più volte applaudita nella stagione regolare si è assistito a una sua graduale e irrimediabile disfatta contro Vigevano, privo tra l’altro dell'infortunato Zaccariello, suo pezzo da novanta.

Adesso è il tempo fisiologico per leccarsi le profonde ferite autoprodotte. Le voci sul prossimo futuro si espandono a macchia d’olio. Chi si ritiene ben informato insiste sul ridimensionamento senza, comunque, un abbandono totale in fatto di velleità. Altri, invece, parlano addirittura di rinforzi sul mercato, mentre qualcuno giura sulla tipica annata di transizione. Ma, ribadiamo, siamo ancora ai «si dice», anche se una cosa è auspicabile: tesorizzare al massimo gli evidenti errori commessi nel recente minitorneo per ripartire come meglio non si dovrebbe.

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