AlbinoLeffe verso la salvezza fa tappa a Firenze

Smaltita la sbornia del derby, così almeno ci si augura, l’AlbinoLeffe riprende la sua faticosa corsa ad ostacoli verso la salvezza e fa tappa a Firenze, dove incrocia una parte della storia calcio italiano. Sarà sicuramente una squadra rabbiosa e ringhiosa quella che riceverà la matricola bergamasca nel sempre suggestivo scenario del Franchi. Una squadra affamata di punti, gli ultimi disponibili per continuare ad alimentare un sogno: se non vince oggi, la Fiorentina, già staccata di dieci punti dal quinto posto, può dare l’addio alle residue illusioni di promozione. Mondonico, chiamato al capezzale di una squadra non malata ma sicuramente inespressa, è consapevole di avere in mano l’ultimo jolly e sembra intenzionato a schierare una formazione a tre punte, nella quale troveranno posto tutte le bocche da fuoco di cui dispone: Riganò, capocannoniere del campionato con 14 reti (le stesse del livornese Protti ma con un calcio di rigore in meno), il greco Vryzas, prelevato a gennaio dal Perugia, e quel Fantini che, dopo aver fatto la sua parte col Venezia da settembre a dicembre, è stato chiamato a rafforzare il già robusto organico della squadra. La quale, dopo il mercato di riparazione, non è più la stessa: è stata rivoltata come un calzino. Oltre ai due attaccanti citati, sono arrivati altri giocatori di notevole spessore. Il centrocampo è stato rifatto quasi ex novo, con l’ascolano Fontana, il leccese Piangerelli e il reggino Leon; la difesa è stata puntellata con il piacentino Delli Carri e il terzino di fascia Manfredini, acquistato dall’Udinese. Insomma: due difensori, tre centrocampisti e due attaccanti che, aggiunti al vecchio Mondo, subentrato all’esonerato Cavasin, certificano che la Fiorentina è un’altra squadra rispetto a quella che aveva disputato il girone d’andata. L’unica cosa rimasta invariata, finora, è il prodotto.

Dopo la vittoria sul Cagliari nell’ultima di andata, i viola hanno rastrellato la miseria di tre punti nelle prime quattro partite del girone di ritorno: hanno pareggiato a Bergamo con l’Atalanta e, successivamente, in casa col Pescara e col Vicenza, in tutti e tre i casi per 1-1, e hanno perduto 2-1 a Trieste nel match che è costato la panchina a Cavasin.

Per arginare la forza d’urto di una Fiorentina che, nell’occasione, sarà sospinta dall’incitamento di 25 mila spettatori, serve una squadra capace di pensare in positivo, serena nello spirito, consapevole di trovarsi di fronte un avversario più forte ma non extraplanetario. Non è l’Atalanta, insomma, e su quel campo sono andati a mietere il grano in diversi: dalla Triestina all’Atalanta, dal Genoa al Livorno, dal Venezia al Pescara al Vicenza. Nessuno vi ha vinto ma, come si vede, i pareggi si sprecano. Certo, bisogna crederci: come era successo nel match d’andata, quando un gol di Biava aveva dato all’AlbinoLeffe la prima vittoria del campionato.

(21/02/2004)

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