Alessandra Marenzi, 10 kg in più per rincorrere un oro olimpico

Per rincorrere il sogno di un oro olimpico è ingrassata di dieci chili. Nell’era dell’immagine, la scelta di Alessandra Marenzi, ventiduenne di Castelli Calepio, è decisamente controcorrente. E sembra pure in contrasto con la disciplina per cui difenderà i colori italiani ai Giochi di Atene in agosto, prestigio che ha conquistato sabato scorso a Santander, in Spagna, a conclusione delle selezioni mondiali, in cui l’equipaggio formato dalla timoniere 18enne Giulia Conti (romana d’origine, ma ormai adottata da Toscolano Maderno), da Alessandra nel ruolo di centrale e dalla prodiera 25enne Angela Baroni (di Riva del Garda) ha vinto la concorrenza interna italiana. La vela evoca velocità e levità, ma la caratteristica della barca della classe Yngling, disciplina esordiente alle Olimpiadi, è la pesantezza, per cui i muscoli sono preziosi per manovrare e per bilanciare un natante da domare con tecnica sopraffina.

Non solo dieci chili in più, ma pure sacrifici, duri allenamenti, pastiglie in quantità industriale per eliminare il mal di mare, viaggi transoceanici e studi universitari almeno momentaneamente interrotti per una passione nata quasi per caso con un corso di vela in un villaggio turistico quando era in seconda media e che è diventata una professione. La bionda Alessandra, tesserata per l’Associazione nautica Sebinia, è tanto solare quanto determinata: «Per il momento esiste soltanto il mio amore per la vela. È da quasi un anno, da quando ho intensificato la preparazione, che sto a casa appena una settimana al mese. Il resto sono allenamenti quotidiani in palestra per circa tre ore e in barca anche per otto ore. Non mi ha spaventato ingrassare, anche perché adoro i dolci. Peso 72 chili, non ho una silhouette da fotomodella, ma non me ne frega nulla. Ho motivazioni fortissime, mio padre non voleva che interrompessi l’università, ma si è arreso davanti alla mia risolutezza. Ho appena coronato il sogno di qualificarmi per le Olimpiadi, tuttavia non è sufficiente. Ad Atene regateremo per vincere. Siamo l’equipaggio più giovane in assoluto e nella vela l’esperienza è assolutamente fondamentale, ma la differenza con l’élite mondiale si è ridotta».

Alessandra racconta le caratteristiche generali della classe Yngling e il suo ruolo in regata: «È una barca a chiglia quasi sconosciuta in Italia e molto famosa nel Nord Europa. In pratica è un Soling in miniatura. È lunga 6,30 metri, pesante (647 chili) e di conseguenza non veloce, ma molto tecnica. Non c’è strumentazione tecnologica, in dotazione abbiamo sono una bussola, il computer è vietato, così prima delle regate ci informiamo sempre delle condizioni meteorologiche. La timoniera e tattica è Giulia Conti, io sono la centrale e in pratica durante la bolina (andatura controvento, ndr) devo tenere il quadro della situazione, controllare il vento, le avversarie e la boa, mentre nel lato di poppa (vento dietro le spalle, ndr) manovro lo spinnaker che è la vela più a prua con la forma a palloncino e che dà l’accelerazione alla barca».

(18/05/2004)

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