Atalanta, la ripresa slitta oltre il 24 marzo
Gomez: un incubo, ma Bergamo è tosta

Non è prevista alcuna ripresa dell’attività in casa Atalanta dopo l’isolamento domiciliare a seguito dell’ottavo di finale di ritorno di Champions League a Valencia del 10 marzo per la pandemia di Coronavirus.

Il termine previsto per la quarantena precauzionale dei giocatori, alcuni dei quali (single e senza famiglia) alloggiano tuttora in sede presso il Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia, slitta quindi oltre il 24 marzo (due settimane) inizialmente previsto. Si resta quindi a casa a oltranza fino a successiva comunicazione

«È difficile pensare al calcio, in questo momento è l’ultima cosa che mi interessa. Sarà molto difficile tornare a giocare di nuovo. Sarà come prima a porte chiuse, ma comunque devi fare le trasferte, prendere i voli, spostarti in pullman, andare negli alberghi. Come fai a tornare a giocare?» ha detto Alejandro Gomez, intervistato da Sky. Il capitano dell’Atalanta è scosso per i dati diffusi sul coronavirus, «spera l’incubo finisca presto» e manda un saluto ai medici e agli infermieri e un abbraccio virtuale a tutti i bergamaschi: «Negli ultimi quattro anni tutti insieme abbiamo reso felice una città intera, ora viviamo una situazione terribile. I bergamaschi sono gente tosta che non si arrende facilmente, questo mi rassicura e sicuramente questo periodo passerà. Ne usciremo tutti insieme» ha continuato Gomez.

Poi un commento sulla Champions che il capitano rilascia al quotidiano artigiano Olè: «Aver giocato a Valencia è stato terribile. Non c’erano controlli, erano rilassati. Ora è il secondo paese in Europa con il maggior numero di infezioni - e aggiunge -. La drammatica situazione di Bergamo penso sia dovuta anche alla partita d’andata: a San Siro c’erano 45mila bergamaschi su 120mila abitanti. Uno dei loro contagiati (Gayà, ndr) ha giocato titolare contro di noi: stiamo aspettando per vedere se qualcuno di noi mostra sintomi».

Il capitano dell’Atalanta ammette di aver preso la situazione «alla leggera» all’inizio: «Pensavamo fosse solo un’altra influenza, solo con i morti abbiamo capito che non era così. I militari hanno portato via le bare perché non c’è più posto nei cimiteri: è tremendo». Gomez rivela di essere in contatto con i connazionali Dybala e Pezzella, entrambi positivi al Covid-19, e invita gli argentini a stare a casa: «Sono già informati di ciò che sta accadendo in Europa e hanno fermato il Paese il prima presto possibile per evitare i contagi. Ognuno di noi deve essere responsabile».

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