Atalanta, staffetta Baselli-Cigarini
Un bel dilemma per Colantuono

Irriverente paragonare la staffetta Baselli-Cigarini (in ordine rigorosamente alfabetico) con quella storica, in azzurro, Mazzola-Rivera degli anni Settanta? Forse, anche se in ambito locale se ne discute da un po’

Irriverente paragonare la staffetta Baselli-Cigarini (in ordine rigorosamente alfabetico) con quella storica, in azzurro, Mazzola-Rivera degli anni Settanta?

Forse, anche se in ambito locale se ne discute da un po’. Inevitabili, come sempre accade, lo sprigionarsi delle due scuole di pensiero. Da una parte si ritiene intoccabile al cento per cento il Ciga; altri sono per la definitiva consacrazione del più giovane, richiesto a suon di euro da club che vanno per la maggiore.

C’è, in ogni caso, una terza corrente a invocare il passaggio del classico testimone tra i due a partita in corso (con il Chievo, del resto, è stata una mossa vincente). Tre modi di intendere, tutti comunque che trovano motivazioni sostenibili. Tra il dire e il fare, però, sappiamo quel che segue.

Mettiamoci nei panni di chi è preposto a decidere. Problema numero uno potrebbe, ad esempio essere quello di far accettare a Cigarini un ruolo evidentemente secondario rispetto al precedente recitato in maniera inappuntabile da quando è a Bergamo.

Spostando l’argomento all’impegno di domenica, nella capitale, con la Lazio proviamo a chiederci come la prenderebbe il nostro metronomo se tornasse in panchina al pronti via dopo il gran gol vincente con il Chievo? Una cosa, alla fin della fiera, è certa: se si sta parlando, direttamente o indirettamente, di abbondanza nell’organico atalantino è grazie all’assoluta tranquillità della classifica che ci vede al riparo, cioè, da qualsiasi rischio quando ancora resta la bellezza di dodici turni da disputare.

Non rimane, quindi, che aspettare le scelte, in materia tecnica di mister Stefano Colantuono e, in casi come questi, dei possibili imput societari. A buon intenditor poche parole.

Arturo Zambaldo

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