Atalanta, una sconfitta agrodolce
Come gestire il finale del torneo?

Quando meno te l’aspetti l’Atalanta rifila ai tifosi un flop non facile da digerire. E che flop, signori! Il poker di reti subìto e l’unico gol segnato procurano amarezza e delusione proprio nella domenica dell’aritmetica salvezza.

Le stranezze del calcio sono anche queste. Di fronte a numeri incontestabilmente impietosi per difesa, centrocampo e attacco. Insomma non c’è reparto da assolvere. Discorso analogo, prendendo in esame le prestazioni dei singoli. Addentriamoci nelle valutazioni. Sul podio solo in tre: Pinilla, Migliaccio e Dramè. Oltre all’applaudita realizzazione del rigore (pallone a destra, portiere beffato a sinistra) la punta nerazzurra ha conquistato da tempo i supporter per l’impegno e le deliziose giocate provenienti da piedi buoni.

Apprezzare la tenacia e le molteplici posizioni in campo del centrocampista tutto fare napoletano, è diventata una costanza. Infine un Dramè che, pur nella sua discontinuità, quando è in giornata recita copioni di indubbia qualità. E contrastare adeguatamente con sole tre pedine un Genoa dall’eccellente classifica e non ancora per nulla in vacanza è stato l’equivalente dello scavare in maniera inesorabile la propria fossa.

Una batosta da definire, comunque, agrodolce in virtù dell’ulteriore regalo donatoci dal sempre più deludente Cagliari. Adesso pensiamo a come gestire le ultime due partite (Chievo in trasferta e Milan a Bergamo) del campionato, tribolato sin che si vuole ma che ci ha di nuovo portato l’ambita permanenza in serie A. Perché, del resto, non ricordare che solo un mesetto fa molti non la davano così scontata?

Arturo Zambaldo

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