Bellini, bandiera dell’Atalanta

Contratto per un altro anno

«Giocare con questa maglia per me è un grande onore e una responsabilità». Gian Paolo Bellini si appresta a iniziare la sua sedicesima stagione di fila all’Atalanta, società in cui è cresciuto. Scaduto a giugno, il presidente Percassi gli ha rinnovato il contratto per un altro anno.

«Giocare con questa maglia per me è un grande onore e una responsabilità che voglio portare avanti nel migliore dei modi». Gian Paolo Bellini si appresta a iniziare la sua sedicesima stagione di fila all’Atalanta, società in cui è cresciuto.

Bergamasco doc (è nato a Sarnico 34 anni fa), è per tutti la bandiera nerazzurra: dopo il ritiro di Zanetti, forse l’unica rimasta in serie A insieme a Totti. «Non paragonatemi a loro - si schernisce -, li ho sempre considerati di un’altra categoria». Per l’Atalanta è comunque un punto di riferimento irrinunciabile, non per niente il presidente Antonio Percassi gli ha appena prolungato di un anno il contratto scaduto a giugno. Un segno di stima e riconoscenza che lui non fa mistero di aver gradito. «Ho capito che la mia voglia di continuare a giocare si sposava con le intenzioni della società».

Negli ultimi anni Bellini è stato frenato da qualche infortunio di troppo, ma la sfortuna non ha spento il suo entusiasmo. «Ho accettato le condizioni del presidente perché voglio rimettermi in gioco e capire se posso continuare anche negli anni a venire. Quanto agli infortuni, spero mi abbiano allungato la carriera, visto che ho potuto riposarmi più degli altri...».

Bellini è il prototipo del giocatore «fatto in casa», arrivato in prima squadra dopo la trafila nelle giovanili. Sulla presunta penuria di talenti nei vivai nostrani ha un’idea precisa: «Credo che i nostri club debbano valorizzare di più i ragazzi del territorio. In questo modo si limiterebbe il numero di stranieri e avremmo giocatori più pronti quando si tratta di debuttare in prima squadra. Poi le dinamiche sono tante e diverse: forse a qualcuno conviene comprare stranieri già maturi piuttosto che allevare calciatori in casa».

Ai giovani Bellini regala un consiglio: «Non mollate mai. E’ vero che pochissimi arrivano, ma è sempre stato così. Forse per le ultime generazioni è ancora più difficile, ma penso che se uno ha le qualità, soprattutto mentali, alla fine emerge sempre». E l’Atalanta di quest’anno saprà farsi notare come nelle ultime stagioni? «L’obiettivo è consolidarsi, poi magari puntare a qualcosa di più. C’è un mix interessante di giovani e di elementi più esperti. Siamo un buon gruppo, vedremo cosa succederà».

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