Bianchi e quell’errore frutto
della (troppa) voglia di goal

Mettetevi nei panni di Rolando Bianchi, bergamasco doc alla ricerca sfrenata del primo gol con la maglia dell’Atalanta, in campionato, addirittura dall’estate scorsa, non appena ritornato a Zingonia dopo essersi guadagnato, goal alla mano, la nomea di bomber autentico.

Facile immaginare ciò che gli sarà passato per la mente in quell’istante a Cesena, quando sul finire della partita ha avuto tra i piedi la palla-gol del 3-2. Immedesimiamoci: segnando – deve aver detto – torno a casa ripagato, sia pure parzialmente, da un torneo che per ragioni varie non mi è stato per nulla fortunato. Da qui, evidentemente, la scelta di non passare il pallone al liberissimo Benalouane posizionato a due passi dalla porta avversaria.

Decisione sbagliata, sicuramente, anche se manca la controprova. In altre parole: dove sta scritto che Benalouane avrebbe, a sua volta, sfruttato al meglio la pur ghiotta occasione? Del resto, di retil incredibilmente sprecate anche da autentici campioni le statistiche abbondano. Tornando a Cesena, lo statuario Rolando ha voluto recitare (all’ennesima potenza) il copione classico dell’attaccante-egoista: tipico, appunto, di chi ha nel Dna il fiuto del gol. Ed anche in questo ambito gli esempi non mancano.

Certo, invitiamo ad alzare la mano quei tifosi che non hanno manifestato disappunto (per non dire di peggio) nel vedere quell’occasione sprecata a pochi istanti dal fischio finale. Perfino l’imperturbabile Edy Reja, che in tanti anni di carriera, ne ha visto di tutti i colori, non è riuscito a mantenere il tradizionale aplomb e si è lasciato andare in un plateale battibecco con Bianchi. Poi, da uomo tutto d’un pezzo qual è, il mister, in apertura di conferenza stampa, nel dopo partita, ha chiesto scusa al giocatore. Insomma, pace fatta nel giro di pochi minuti. Bene.

© RIPRODUZIONE RISERVATA