Sport
Mercoledì 14 Maggio 2003
Calcio esasperato anche tra bimbi Stop risultati, contano altri fattori
Troppa esasperazione nel calcio, anche in quello della prima infanzia: così la Fgci ha deciso una piccola rivoluzione. In futuro nelle categorie «pulcini» (bambini dagli 8 ai 10 anni) ed «esordienti» (10-12 anni) saranno evitate classifiche per evitare forzature da parte di genitori troppo ambiziosi. Per stabilire i migliori conterà anche quanti bambini avranno giocato o come si saranno comportati i dirigenti della società. La decisione è vista con favore anche dai vertici della Fgci e Csi della provincia di Bergamo che già da qualche anno stanno cercando di abbassare i toni di una competitività che da tempo, anche tra i più piccoli, ha superato i livello di guardia.
«Il problema esiste - spiega Leonio Callioni presidente Csi orobico - e noi come Csi stiamo cercando da anni di debellarlo. Ecco perchè abbiamo istituito "Giocosport", una sorta di controclassifica che invece di mettere in risalto il singolo o il risultato, premia i fattori aggreganti dello sport, il modo di stare insieme, quello di non escludere nessuno, e di mostrare sempre correttezza in campo. La decisione della Fgci va in questa direzione».
I responsabili del settore giovanile della Federazione, sono seriamente preoccupati della piega che ha preso il calcio che per i giovanissimi deve comunque restare un gioco. Spesso gli organizzatori constatano invece che i genitori incitano i figli al risultato ad ogni costo, senza contare chi contesta l’arbitro stile-ultras o crea risse assolutamente antieducative. «E’ già da tre anni che noi a Bergamo stiamo cercando di portare avanti questo discorso - dichiara il segretario provinciale Fgci Emilio Zilioli - purtroppo finora con scarsi frutti: la cultura del risultato è così radicata nei genitori che è davvero difficile estirparla e fin da ragazzini i bimbi si sentono frustrati se non raggiungono un risultato, a volte anche amplificato dai media. Noi ormai non diamo più pubblicità alle classifiche ma c’è sempre qualcuno che insiste perchè la tal squadra abbia pubblicità. A quell’età dovrebbero contare altri valori: la lealtà, lo spirito di squadra, in generale il divertimento fine a se stesso. Ma per far questo occorre che tutti facciano un passo indietro, collaborando alla causa».
(14/05/03)Maurizio Ferrari
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