Calcio follie: bombe carta e feriti a Torino
Tavecchio su Denis: il campo non è un ring

Bombe carta e feriti per il derby di Torino. Minacce e botte tra giocatori a Bergamo, alla fine di Atalanta-Empoli. Sono gli ingredienti velenosi della 32ª giornata del campionato. La A si avvia a salutare la stagione 2014/’15 e sembra aver deciso di dare il peggio di sé per non farsi rimpiangere durante la pausa estiva, in un crescendo irresponsabile.

Che ha avuto la sua eco anche in serie D: a Cava dei Tirreni, per Cavese-Fidelis Andria, un grosso petardo è esploso vicino alla panchina degli ospiti, costringendo l’arbitro a sospendere l’incontro per cinque minuti.

«Nessuna clemenza verso i nemici dello sport: questi sono i teppisti che vorrebbero rovinare una passione» ha minacciato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, commentando i fatti di Torino. «Buttare una bomba carta nella curva di uno stadio è un atto eversivo, oltre che premeditato», un fatto «di una gravità assoluta. Ora per i responsabili ci vogliono sanzioni penali di massimo livello» ha tuonato il presidente della Figc, Carlo Tavecchio. Che ha però definito «grave anche quanto accaduto a Bergamo: il campo ed i suoi dintorni non sono un ring dove si possa dare vita a match di pugilato. Anche i tesserati devono darsi una bella calmata».

Episodi che faranno drizzare le antenne a quegli investitori stranieri che in questi giorni stanno valutando se mettere i loro soldi nel calcio italiano, che in risposta sceglie di farsi una così cattiva pubblicità. Che certo non contribuirà a riportare le famiglie sugli spalti.

Pomeriggio di follia a Torino. Prima del derby (vinto per 2-1 dal Toro dopo un’astinenza di 20 anni) i tifosi granata hanno aggredito il pullman della Juventus. Durante la partita, poi, una bomba carta è volata nel loro settore, causando nove feriti, fortunatamente non gravi. In totale sono stati arrestati cinque tifosi: tre per il lancio di ordigni vari all’interno dello stadio olimpico, altri due per gli incidenti prima della partita. I sostenitori della Juventus hanno potuto lasciare l’impianto solo scortati da polizia e carabinieri.

A Bergamo scambio di insulti e pugni nel tunnel. L’empolese Tonelli avrebbe minacciato di morte Denis e la sua famiglia. In riposta ha ricevuto un pugno che gli avrebbe rotto il naso. Il direttore generale dell’Atalanta Pierpaolo Marino ha invece parlato di «escoriazione» e di Denis «provocato».

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