Colantuono mister fortunato?
I risultati dicono il contrario

Non sono pochi i tifosi a pensare, da tempo, che la dea bendata sia amica di Stefano Colantuono. Puntuali, eccoli, a rifarsi vivi (e ti pareva).

Lo hanno fatto subito dopo il 2-1 al Cagliari, con gol vincente (in applaudita acrobazia) di Pinilla sul finire dei sei minuti di recupero concessi dall’arbitro. Come dire che senza il contributo dell’ipotetica buona sorte (?) l’Atalanta si sarebbe, giocoforza, dovuta accontentare della criticabile suddivisione dei punti.

E di episodi da collegare alla fortuna, alleata al mister nerazzurro, sempre i sostenitori di questa tesi son soliti raccontarne in quantità. Si tratta, comunque, di opinioni e, come tali, rispettabili anche da chi non condivide gli aspetti.

Un elemento, però, contraddice coloro che la pensano in maniera decisamente opposta. A parlare sono le cifre, dalle quali l’allenatore esce di sicuro vincente. È solo il caso di evidenziare (in estrema sintesi) che Colantuono non ha fallito, in nerazzurro, un colpo (un paio di promozioni e un poker di permanenze in serie A tranquille, compresa, quella clamorosa partendo da meno sei di penalizzazione per la nota vicenda del calcio scommesse).

Mica obiettivi da poco. Pure nella corrente stagione sportiva i presupposti per un ulteriore traguardo positivo da raggiungere sembrano esserci. In fondo se bastasse rivolgersi a riti scaramantici, a cosa servirebbero i super corsi e stage dedicati a tecnici e loro staff.

Conclusione: il «medagliere» conseguito a Bergamo da Colantuono si può toccare con mano in ogni momento. Ma quantificare quanto abbia pesato la fortuna diventa assai problematico. O no?

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