Ferri: «Niente cali di tensione
e la serie A sarà nostra»

Dopo la terza vittoria consecutiva in campionato conquistata contro il Modena, per l'Atalanta è arrivato il momento di presentare l'ultimo arrivato, il difensore Michele Ferri. Il giocatore varesino, il cui nome fu già accostato a quello della società bergamasca nella scorsa estate, è chiaramente soddisfatto della scelta della società, con la quale ha sottoscritto un contratto annuale con opzione per il secondo anno.

«Se n'era già parlato in estate dopo la cessione di Garics - esordisce l'ex giocatore vicentino -. Mister Colantuono mi stimava già dai tempi del Torino, che si era interessato a me nello scorso campionato. La società ha poi scelto Raimondi, ma grazie agli infortuni in blocco del reparto arretrato c'è stata la possibilità di venire ad allenarmi. Ho lavorato cercando di dare il massimo e c'è stata questa possibilità. Sono molto felice e ringrazio il presidente Percassi e tutta la società . Non ci sono stati problemi: ho notato che c'è stata subito la disponibilità di tutti».

Mister Stefano Colantuno ha così scelto un difensore utilizzabile sia in fascia che al centro, per rinforzare un reparto che dall'inizio del campionato ne ha passate di tutti i colori. «Solitamente gioco da terzino destro, ma in certe occasioni ho fatto anche il centrale. Con la Sampdoria sono stato anche schierato come marcatore nella difesa a tre. Non sono ancora al 100% ed è normale dopo questo periodo di inattività: mi sto allenando per recuperare una condizione accettabile. Credo che in massimo due settimane riuscirò a trovarla».

Michele Ferri ha così avuto la possibilità di tornare a far parte di un gruppo, dato che è stato svincolato per diversi mesi una volta terminato il suo rapporto con il Vicenza. «Ho avuto qualche altra proposta, ma tutto è saltato per motivi futili. E' diventato un mercato difficile, soprattutto per gli svincolati: ci sono ancora giocatori come Barone, campione del mondo nel 2006, Parola, Zenoni, Mingazzini che sono senza squadra. E' cambiata la politica delle società: soprattutto in Serie B preferiscono puntare su un giovane per guadagnarci in caso di vendita».

Per uno abituato alla Serie A e che ha avuto la fortuna di calcare palcoscenici ben più prestigiosi, come la Coppa Uefa con il Palermo, trovarsi senza squadra dall'oggi al domani è stato un colpo non da poco. «In quei momenti pensi al tuo passato e ti fai delle domande. Purtroppo non sai darti delle risposte e questa non è una cosa bella. Nella vita poi si fanno delle scelte sbagliate, come è successo nel mio caso. Bisogna avere la forza e la volontà per allenarsi da solo, cosa non facile. Mi sono arrangiato: la mia prima società, l'Ardor Busto Arsizio, mi ha messo a disposizione una palestra e il campo su cui lavorare e li ringrazio. Ho fatto il ritiro con l'Equipe Lombardia, squadra di svincolati, con la quale ho potuto fare qualche amichevole».

Ora che il peggio è passato Michele Ferri ha ben chiaro quello che gli chiede la società atalantina: contribuire a riportare la squadra nella massima serie. «Adesso è difficile trovare una squadra che ti offra un contratto di tre anni per i giocatori della mia età. C'è stata crisi anche nel calcio: solo i giovani possono garantirsi contratti a lunga scadenza. Ora farò di tutto per farmi confermare per la prossima stagione. Per conquistare la Serie A non bisogna mai avere cali di tensione, per il resto non c'è nessun segreto. La società ha costruito una squadra per vincere e noi dovremo fare il massimo per riuscirci».

In questi 15 giorni di Atalanta, il difensore varesino si è potuto già fare un'idea sull'ambiente, sui compagni e sullo spirito della squadra. «Durante i primi giorni a Zingonia la squadra veniva dalla sconfitta di Piacenza e ho notato che c'era un po' di tensione. Grazie alle tre vittorie consecutive l'ambiente è ritornato sereno. Conosco Dalla Bona, Raimondi e Doni. La squadra mi ha fatto un'ottima impressione, perché ha sempre cercato di fare il proprio gioco: ha 24 giocatori che possono essere tutti titolari. Ha avuto qualche passo falso, ma nell'arco di un campionato ci può stare. I numeri di maglia che piacevano a me erano già tutti occupati. Ero indeciso tra 30,32 ed 80 e la scelta di mia figlia è caduta proprio sul 32».

Simone Masper

© RIPRODUZIONE RISERVATA