Foti: «Tutta Reggio Calabria per una grande sfida»

Per la quinta volta in 50 anni la società calabrese affronta uno spareggio «Il nostro pubblico sarà capace di darci una carica e una sicurezza speciali»

La Reggina è chiamata all’ennesima sfida. Negli ultimi cinquant’anni è la quinta volta che la società amaranto vede affidate le proprie sorti ad uno spareggio. Si cominciò con Oronzo Pugliese, nella stagione ‘55-’56, con l’allora «mago di Turi» che portò la Reggina in serie C dopo avere avuto la meglio sul Pescara. Nel 1988, sul neutro di Perugia, il 2-0 ottenuto contro la Virescit diede il lasciapassare per il torneo cadetto, sotto la guida di Nevio Scala. Nel torneo successivo, con lo stesso allenatore vicentino, la formazione dello stretto mancò la promozione in serie A: sul terreno di Pescara ad imporsi ai calci di rigore fu la Cremonese, con i reggini Onorato ed Armenise che mancarono dal dischetto i tiri decisivi. Risale, invece, a due stagioni addietro la sfida malamente persa con il Verona, che determinò l’addio alla massima serie.

Il presidente Lillo Foti, prima amministratore unico e, dal 1990, massimo responsabile del club, forte delle esperienze vissute in prima persona negli ultimi tre spareggi attende con fiducia questa doppia sfida con l’Atalanta.

«Partire in casa con il sostegno del “Granillo”, sicuramente è un avvio bruciante e scoppiettante - sostiene l’appassionato dirigente -: dà una carica ed una sicurezza speciale alla squadra. Quella stessa sicurezza che, in questo momento, abbiamo dentro e ritengo possa essere l’avvio dei 180 minuti di una gara che spero avrà per noi un esito positivo».

Il rendimento che la Reggina sta manifestando sotto la gestione di Gigi De Canio induce il presidente a soffermarsi anche sulle capacità tecnico-tattiche dei suoi giocatori.

«La squadra, penso di interpretare l’opinione di tutti - evidenzia Foti -, nonostante un avvio di campionato negativo si è poi espressa in maniera abbastanza positiva, destando in tutti quanti la convinzione di potere raggiungere la salvezza. Soltanto una lunga serie di episodi sfavorevoli non ci hanno fatto centrare l’obiettivo durante la stagione regolare: siamo stati penalizzati da errori commessi prima di tutto da noi stessi, poi da altri. Adesso ci giochiamo la permanenza in A con uno scontro diretto e ritengo che, anche guardando all’ultima prestazione di Bologna, la Reggina abbia sufficiente convinzione dei suoi mezzi e delle sue possibilità: alla fine riuscirà a centrare un risultato che merita per quello che ha espresso durante tutto il campionato».

L’eco delle ripetute polemiche scoppiate alla vigilia di questa sfida hanno fatto presto il giro della tifoseria, incredula davanti a talune affermazioni di parte bergamasca.

«Le polemiche fanno parte del calcio non giocato e, sicuramente, c’è poca serenità da parte bergamasca per essere arrivati in qualche modo ad un risultato che forse non era stato calcolato: quello di doversi giocare la permanenza in serie A attraverso uno spareggio. Appaiono evidenti le paure e le preoccupazioni che questa sfida, acciuffata per i capelli, possa essere nuovamente persa. Ma questo non ci deve toccare, sono schermaglie dialettiche. La Reggina ed i suoi tifosi sanno perfettamente quale è il loro compito e, ancora una volta, dimostreranno con i fatti di aver merito e titolo per potere restare in serie A. Sono consapevole che Reggio, sotto l’aspetto sportivo, è cresciuta tantissimo e qualche fatto episodico non può incidere in una valutazione complessiva. Anche la recente immagine dei diecimila tifosi presenti a Bologna sta a dimostrare come il pubblico reggino intenda partecipare al campionato dando un apporto fatto di gioia e di correttezza».

Ma per i supporter di fede amaranto esiste il serio rischio di non potere seguire, massicciamente, la propria squadra nel confronto di ritorno in programma domenica a Bergamo.

«È noto che il “Granillo” permette alle squadre ospiti una presenza decisamente minima, circa 1.100 posti. Che questo venga giudicato, da parte di qualcuno, come una restrizione all’ingresso dei sostenitori avversari è soltanto pretestuoso. Si sa, invece, con quanto affetto e con quanto calore venga seguita la Reggina in trasferta, anche perché gran parte degli appassionati arrivano da tutto il nord e vedono nei colori amaranto un’occasione di aggregazione e di partecipazione; un momento che non considerano solamente un fatto sportivo, ma anche un modo di sentirsi calabresi fino in fondo».

Non va nemmeno trascurato il fatto che il ritorno tra i cadetti comporterebbe, probabilmente, tutta una serie di problemi da superare, tenuto conto delle difficoltà che sorgerebbero nei bilanci societari.

«Qualsiasi società, calcistica o meno, che nel giro di una settimana vede abbassarsi le proprie entrate di ben oltre il 50%, corre seriamente il rischio di finire in grave difficoltà. Saremmo obbligati a rivedere tutti i nostri piani in proiezione futura. Ecco perchè, probabilmente, questo nervosismo e questa tensione hanno una matrice prettamente economica. I bilanci ormai stanno alla base di molte delle problematiche e degli squilibri che si vivono quotidianamente nel nostro calcio».

(28/05/2003)

Su L’ECO DI BERGAMO del 28/05/2003

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