Piegati da un rigore inventato
Ma l’Atalanta ritrova Bianchi

L’Atalanta esce definitivamente dalla Coppa Italia, ma con fior di recriminazioni. È vero che alla fine lo scarto è stato di 2 goal, ma provate a pensare se l’arbitro non si fosse inventato (sì, ripetiamolo, inventato), quel rigore alla Fiorentina dopo soli 10 minuti dal via.

Un macroscopico errore, di quelli da tagliar le gambe a chiunque, tanto più che i nerazzurri si trovavano già sotto di un gol. Partita, in un certo senso, già conclusa in quell’istante. Facile, a quel punto, per i toscani portarsi sul 3-0 nel giro di pochi minuti. Atalanta, però, tutt’altro che doma, galvanizzata, in particolare, dalla splendida rete di Bianchi, prima del riposo e in corsa per l’intera ripresa.

Un’Atalanta, quella schierata in edizione bis, che non solo si è limitata a lottare. Apprezzabili diversi schemi a centrocampo proseguiti in maniera egregia in fase offensiva. Il tutto in virtù di un approccio alla gara costruito diligentemente a Zingonia, dopo l’entusiasmante blitz di Milano. Da sottolineare la prestazione della maggior parte delle «seconde linee» promosse da mister Colantuono per la circostanza. Messaggi forti e chiari inviati all’allenatore: le alternative non mancano.

A cominciare da Bianchi, del resto più volte messosi in luce in questo girone di andata. Poi Gomez, autore di un paio di giocate degne delle aspettative che hanno accompagnato il suo arrivo a Bergamo. Ai quarti di finale andrà dunque la Fiorentina senza, a parer nostro, aver legittimato fino in fondo il passaggio del turno. Quanto all’espulsione di Colantuono ci sentiamo, eccezionalmente, di giustificarlo: riuscire a trattenere i nervi in certe situazioni è sicuramente molto difficile

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