Goggia: «Agitata, tesa e nervosa
Ma questa esperienza mi servirà»

La bergamasca tira le somme dopo il deludente 10° posto nel SuperG dei Mondiali.

«Apparentemente sembra una gara come tutte le altre: e ci sono le porte blu e le porte rosse. Ma poi non e’ così, una gara mondiale è tutta un’altra cosa: già da lunedì ho sentito per la prima volta una grande pressione, non la pressione di voi giornalisti odall’esterno, ma dentro di me. Ero agitata, tesa, nervosa e già dal via non ho saputo gestire questo coacervo di emozioni. Nonostante sia stata una esperienza spiacevole, un fallimento, cercherò di usare questa esperienza per gestire meglio queste emozioni, se ce ne saranno».

Sofia Goggia - numero.1 delle sciatrici azzurre e rivelazione stagionale con 9 podi in 4 discipline, data da tutti nel circo bianco come potenziale «medagliata»nel Super-G donne che ha aperto i Mondiali di St. Moritz - ha chiuso solo in 10ª posizione con il tempo di 1.22.25. La 24enne bergamasca ha comunque analizzato seriamente la propria brutta prestazione attribuendola in larga misura a fatti emotivi e alla tensione che una gara mondiale comporta quando si è tra le favorite. Ne sa qualcosa la svizzera Lara Gut, vincitrice annunciata ma invece solo 3ª, e quindi bronzo, in 1.21.70. E lo sanno anche la fuoriclasse americana Lindsey Vonn e la austriaca Anna Veith, detentrice del titolo. Ma nel loro caso, forti di esperienze notevoli in grandi eventi e capaci quindi di controllare le tensioni, è entrato in gioco il fattore ambientale che Goggia pare avere invece avere sottovalutato. La Vonn comunque è uscita quasi subito, per il salto di una porta, e per lei quindi il Mondiale è cominciato in salita.

Il fatto è che si gareggia sopra i duemila metri, sulle piste di Corviglia che sovrastano St. Moritz. Niente vegetazione e solo una grande distesa bianca con piste che scendono da ogni lato e si incrociano, divise tra loro da canaloni, gobbe e grandi dossi. La «viabilità» è un problema serio se non c’è un sole splendente a risolvere tutto. Dossi e avallamenti possono così diventare trappole: impossibile gestirli ad alta velocità, se non li si vede bene. Chi lo ha capito in assoluta scioltezza portando a casa l’oro è stata la sconosciuta austriaca di 27 anni Nicole Schmihofer, mai un podio in precedenza che ha fatto la gara della vita qui a St. Moritz. Ottima anche Tina Weirather del Liechtenstein, argento in 1.21.67. Figlia d’arte, perchè i genitori sono l’ex campione del mondo di discesa Harti Weirather e la vincitrice di Coppa del Mondo Hanni Wenzel. Per l’Italia la migliore è stata la valtellinese Elena Curtoni, 5ª in 1.21.89. Con il pettorale 1 nella prima gara mondiale, Elena eè stata così la prima atleta a scendere in pista a St.Moritz. Lo ha fatto con una gara assolutamente onorevole. Poi in classifica c’è Federica Brignone 8ª in 1.22.18 e Francesca Marsaglia 17ª in 1.23.28.

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