In Val di Fiemme, «sognando Beckham»

Più di 700 ragazzi ogni anno si ritrovano a Cavalese, nel Trentino a «studiare» da calciatori con l’Atalanta. Con loro anche allenatori e calciatori nerazzurri

Più di 700 ragazzi, ogni estate da otto anni a questa parte, trascorrono almeno una settimana in Val di Fiemme, a Cavalese, dove l’Atalanta, con una organizzazione seria, preparata e ormai ben collaudata, tiene corsi settimanali di scuola calcio – durata complessiva 6 settimane - con il supporto logistico dell’agenzia «Atalanta Viaggi».

La società nerazzurra non è l’unica ad organizzare stage estivi di calcio per pulcini, esordienti e giovanissimi: proposte vengono anche da club blasonati, dalla Juve al Milan, all’Inter alla Roma, per fare qualche nome. Ma l’organizzazione dell’Atalanta – gestita da Stefano Bonaccorso - è indicata tra le più affidabili. Naturalmente – precisa Bonaccorso – in primo piano c’è l’esperienza calcistica, condotta con passione e competenza da uno staff di allenatori coadiuvati da massaggiatori e perfino da psicologi. «Si, perchè – aggiunge il responsabile organizzativo – il calcio non è solo saper dare calci al pallone, ma anche stile di vita, disciplina, comportamento corretto con i compagni, anche occasione di crescita culturale e soprattutto di divertimento collettivo. Di tutti questi aspetti, teniamo conto nell’organizzare gli stage».

Dal punto di vista didattico, ovvero dell’insegnamento delle tecniche calcistiche, la scuola calcio dell’Atalanta offre a tutti quanti, bravi o meno, tecniche di base da affinare poi in seguito: insomma, colma lacune che le società cosiddette minori, spesso lasciano aperte, non certo per cattiva volontà, più che altro per carenza di basi tecniche dei propri dirigenti.

«Sotto questo profilo – dice Giancarlo Finardi, allenatore della Primavera, uno che di vivai se ne intende – le società dovrebbero fare un salto di qualità: l’attenzione va rivolta alla formazione degli allenatori, e mi pare che il Csi stia facendo un ottimo lavoro. Oggi più che mai è necessario investire sul settore giovanile. Iniziative come questa dell’Atalanta, sono un piccolo, ma prezioso contributo, che va poi coltivato con la collaborazione delle società sportive».

(14/07/2004)

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