La storia: perde quaranta chili
e percorre 180 km in 24 ore

Il suo bronzo tricolore sa di grasso che cola, Roberto Passera ci credeva poco alla vigilia, figuriamoci nove anni fa: «Allora pesavo 104 chili, oggi 70. Ho iniziato a correre obbligato dal medico di base. La corsa mi ha cambiato la vita, ora sono una persona migliore».

Il suo bronzo tricolore sa di grasso che cola, Roberto Passera ci credeva poco alla vigilia, figuriamoci nove anni fa: «Allora pesavo 104 chili, oggi 70. Ho iniziato a correre obbligato dal medico di base. La corsa mi ha cambiato la vita, ora sono una persona migliore».

Più ricca è pure la bacheca di questo 48enne di Urgnano, migliore del lotto degli ultramaratoneti bergamaschi che hanno partecipato ai campionati italiani di 24 Ore. Ai piedi della Mole di Torino ha chiuso quinto assoluto e terzo di fascia Master «A», (dai 35 ai 49 anni) percorrendo la bellezza di 180 km e 254 metri.

«Era il mio esordio sulla distanza, non mi posso lamentare - continua il portacolori dei Runners Bergamo -. Ho concluso in crescendo conquistando due posizioni nell'ultima ora. Speriamo in bene per il futuro». Prima c'è da fare un passo nel passato di questo Forrest Gump quasi per caso. C'è chi inizia sperando di inseguire il mito Bekele o Rudisha, lui l'ha fatto attorno alla quarantina giusto per sfuggire ai dolori di una lombosciatalgia.

«Pesavo troppo per la mia struttura fisica, il mio medico mi consigliò di abbinare attività fisica a una dieta - continua lui, altezza 1,72, commerciante nella vita di tutti i giorni - Da allora è successo quello che nemmeno io potevo prevedere...». Cioè che la curiosità per la corsa s'è trasformata in passione, la passione in mania e Roby il famelico («Una volta, in un villaggio, mangiai 17 bomboloni alla crema in mezz'ora…») s'è trasformato in un divoratore di distanze impossibili.

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