L’Atalanta non sa più vincere
Ma la classifica non ne risente

C’è da preoccuparsi per un’Atalanta che non sa più vincere? Dipende. Ai fini-salvezza no anche in virtù degli ultimi tre pareggi consecutivi con Inter, Frosinone e Sassuolo.

Altro è se da questo organico si pretende qualche soddisfazione in più. Di certo, sino al momento attuale, restano blindati 27 punti quando rimangono 16 gare in calendario. Tanta roba, ribadiamo, al riparo da qualsiasi rischio di venir risucchiati, prima o poi, nella zona rossa della classifica.

Quanto a salire (o risalire) nei quartieri più alti l’Atalanta sarò necessariamente legata alla bontà o meno del rendimento di Borriello e Diamanti, ovvero i nomi per eccellenza usciti dal recente mercato nerazzurro. Inutile girare attorno all’argomento. Siamo nelle mani della coppia pescata quasi a sorpresa dall’operatore Sartori e consegnati nelle esperte braccia di mister Reja.

Se entrambi rinverdiranno, di colpo, i rispettivi apprezzati copioni per l’Atalanta saranno rose e fiori. Viceversa dovremo accontentarci in un prosieguo di campionato senza particolari sussulti. Naturalmente se dovesse prevalere la seconda ipotesi guai a non cogliere la ghiotta occasione nell’insistere sui migliori giovani, ovvero quei figli di Zingonia ormai in fase di lancio. Facile indicarli nel difensore Conti e nel centrocampista Gagliardini, appena rientrato dal prestito di Vicenza.

Spazio adeguato, pure, Djimsiti e Freuler, i due giovani svizzeri. Insomma, non si perderebbe, così, tempo per valutare sino in fondo le possibilità dei quattro giocatori elencati in proiezione della prossima stagione. Senza contare, ma qui se ne potrà parlare in estate, i numerosi baby, sempre della proprietà Percassi sparsi nei tornei di serie B e di Lega Pro già annotati sui taccuini di attenti addetti ai lavori.

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA