Lega contro Sky? La tv non ha pagato
Giovedì il governo decide sulla ripresa

Alla fine s’è deciso soprattutto di non decidere, a eccezione della bega con Sky per l’ultima rata dei diritti tv.

È possibile (probabile?) che oggi, mercoledì 27 maggio, la Lega - l’avrebbe deciso ieri pomeriggio il Consiglio - depositi in tribuna a Milano un decreto ingiuntivo nei confronti dell’emittente tv. Perché Sky a inizio maggio non ha pagato la sesta e ultima rata dei diritti tv, dato che non si è giocato, ma la Lega sostiene che il contratto non contiene clausole con questa eventualità. Quindi il calcio reclama l’intera somma, mentre Sky avrebbe chiesto uno scontro tra il 15 e il 18%. La Lega sembra invece che stia trattando con Dazn e Img (che detiene i diritti per l’estero). La quota totale non riscossa dalla Lega è di 220 milioni. L’eventuale decreto ingiuntivo è comunque stato definito un «passo obbligato»

Il Cts: la quarantena è di 15 giorni

Non è detto, insomma, che si vada per forza alla guerra. Perché come per tutte le altre questioni c’è stato un rinvio - ieri il Consiglio di Lega non ha preso altre decisioni - è possibile che anche su questo tema si aspettino le posizioni del Governo per poi decidere durante l’Assemblea di Lega (quindi con tutte le 20 società presenti e... votanti). E i due appuntamenti sono ormai imminenti. Entro questa sera si dovrebbe conoscere il giudizio del Comitato tecnico scientifico sul protocollo proposto dalla Figc per le partite. E ieri sera il Cts ha già ribadito che la quarantena per il calcio è di due settimane (e non di una), come per tutti. Domani e venerdì poi i due appuntamenti chiave. Alle 18,30 di domani la riunione del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora con la Federcalcio, e se oggi ci sarà il via libera del Cts anche il Governo darà il consenso alla ripresa. Si tratta solo di capire per quale data compresa tra il 13 e il 20 giugno.

E la mattina successiva, venerdì alle 11,30, l’assemblea della Lega di serie A prenderà le sue decisioni definitive. Sul calendario, sulle regole da applicare in caso di nuova sospensione, sulla trasmissione delle immagini in chiaro che Spadafora domani proverà a rendere «vincolanti». Il ministro le chiede almeno per le prime due giornate, per favorire i tifosi costretti a rinunciare agli stadi. È successo per la Bundesliga, lo chiede ai club italiani. Ma le società si aggrappano alla Legge Melandri e sostengono di non poter in alcun modo intervenire perché i diritti sono già stati venduti con quelle regole.

13 o 20 giugno: via dal Sassuolo? Ma ci sono altri temi, più caldi, che terranno banco venerdì tra i 20 club. Per esempio come procedere con Sky (si veda all’inizio). E, soprattutto, come stilare il calendario dalla ripresa al 2 agosto indicato per la chiusura della stagione. Anzitutto dipenderà dalla decisione del Governo sulla data della ripresa, perché il premier Conte potrebbe decidere di autorizzare la ripartenza due giorni prima, cioè sabato 13 giugno, dato che adesso c’è il blocco fino a domenica 14 compresa. La mediazione, pur di ottenere la deroga, potrebbe essere la scelta di ripartire dai 4 recuperi (tra cui Atalanta-Sassuolo), lasciando il riavvio totale, con il 27° turno (Atalanta-Lazio), a mercoledì 17 o direttamente a domenica 21 (con le due semifinali di Coppa Italia il 17).

Le regole. E il caldo delle 16,30 E poi c’è il grande tema delle regole da applicare se dovesse capitare di fermarsi di nuovo, con le società che non vogliono playoff e playout e discutono sulla classifica da prendere in considerazione per applicare «criteri meritocratici». È per questo che si vorrebbe cominciare con i recuperi. Almeno tutti i club avranno giocato lo stesso numero di gare. Infine le lamentele dei calciatori che non vogliono giocare alle 16,30 per il troppo caldo. Ma togliere quella fascia oraria ne lascerebbe solo due (18,45 e 21) alle tv. Altro danno. Da qui a venerdì ne vedremo delle belle.

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