L’ex ct Prandelli ne ha per tutti
«Balotelli campione solo virtuale»

Dalle sponde del Bosforo, l’Italia è lontana. Cesare Prandelli ha rivendicato la sua scelta sportiva: il nuovo contratto col Galatasary «non è una fuga» aveva detto appena arrivato a Istanbul. «Fallito il progetto sportivo, ma mi fanno male certe critiche».

Dalle sponde del Bosforo, l’Italia è lontana. Cesare Prandelli ha rivendicato la sua scelta sportiva: il nuovo contratto col Galatasary «non è una fuga» aveva detto appena arrivato a Istanbul. Ma nel giorno della presentazione come nuovo allenatore dei turchi sembrava di essere ancora nel pieno della bufera mondiale.

«Il mio progetto sportivo è fallito, ma fa male sentirsi paragonare a persone che non voglio neanche nominare» dice riferendosi ai confronti con Schettino. Complice la sua scelta del silenzio dopo essersi preso le responsabilità della debacle ed aver rassegnato le dimissioni, restavano aperti - e forse restano ancora - interrogativi sui perché della disfatta azzurra.

«Rifarei le scelte individuali. Il ritiro aperto non è stato un problema. La più grande delusione sul piano umano, ancora forte, è stato Rossi: sapeva dall’inizio quale era il suo ruolo, che non sarebbe entrato nei 23, ma anche lui alla fine capirà che è stato meglio così. Nella preparazione forse abbiamo peccato di generosità, troppe novità. Non so perchè la squadra si sia persa per strada, forse la paura di non essere all’altezza: parto dalle parole di Buffon sui giovani, devono crescere anche negli atteggiamenti, e vanno aiutati. E quanto a Balotelli, ha i colpi ma non è ancora un campione: il problema è che vive nel mondo virtuale di quel che vorrebbe essere...».

Pillole sparse delle spiegazioni dell’ex ct. Intanto dall’Italia partivano altre critiche: «Ringraziamo il Galatasaray che ora si accolla il costo di Prandelli, la sua era una Nazionale molto renziana» le parole del leghista Salvini; «Prandelli si è subito accasato dove il regime fiscale è più basso, dimettendosi si è smarcato nell’ora del bisogno», l’affondo di Andrea Agnelli.

Ma non era a questi attacchi che Prandelli si riferiva quando parlava di «violenza» «Mi sono dimesso perché non sono uno che va a chiedere la buonuscita, anche se in Italia si usa - la sua premessa - Ora ricominciare a lavorare, e per un club che vuole vincere, può aiutare a superare lo choc del Mondiale. Il bilancio dei miei 4 anni azzurri? Lo faranno altri. Ma quando poi ricevi lettere di minacce, tu e i tuoi familiari, o leggi certi articoli e senti certe trasmissioni, non puoi stare bene. Certe cose fanno male. E ti chiedi il perché».

Il riferimento è a chi lo ha paragonato a Schettino, capitano della Concordia accusato di aver abbandonato la nave mentre affondava. «Non voglio neanche pronunciare quel nome, per rispetto dei parenti delle vittime. Ma se si fanno certi paragoni, può essere davvero pericoloso...». Puntualizza di non aver scelto l’estero per questo. «Ma probabilmente se mi fossero arrivate offerte dall’Italia avrei detto di no...Il Galatasaray mi ha contattato due giorni dopo l’eliminazione dal Mondiale - ribadisce, a voler smentire le voci di contatti precedenti -. All’inizio non volevo, poi mi ha convinto il progetto vincente e la possibilità di superare questo momento». Come lui dovrà farlo Balotelli: «Quando l’ho salutato, sull’aereo del ritorno in Italia, gli ho detto questo: devi imparare dal Mondiale, se farai tesoro di questa esperienza negativa allora la Nazionale avrà ancora bisogno di te. Devi lavorare sulla realtà, sul giocatore che sei e su quello che puoi diventare. Non su un mondo virtuale».

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