Livaja-Brienza, che dubbi
Ma non ci sono alternative

Non c’è bergamasco che prima di Torino-Atalanta abbia condiviso la scelta di Colantuono: Brienza-Livaja in attacco. E non c’è bergamasco che dopo Torino-Atalanta abbia approvato la scelta di Colantuono.

Non c’è bergamasco che prima di Torino-Atalanta abbia condiviso la scelta di Colantuono: Brienza-Livaja in attacco. E non c’è bergamasco che dopo Torino-Atalanta abbia approvato la scelta di Colantuono: Brienza-Livaja hanno sbagliato partita.

Nonostante Tagliavento e le tristi vicende legate ai due rigori concessi ai granata, la 9ª sconfitta subita in 11 trasferte stagionali non è figlia solo degli errori arbitrali. Ma anche delle difficoltà offensive evidenziate dalla squadra: l’Atalanta in 95 minuti non ha mai tirato seriamente in porta.

Tutto questo pone il serissimo problema della consistenza offensiva della squadra. Dopo 21 giornate l’Atalanta ha segnato 21 reti, in A ci sono sei squadre che hanno segnato meno. Ma il rendimento offensivo di una squadra non è solo nei gol segnati. Conta la capacità di far giocare i compagni, di far «salire» la squadra e far rifiatare la difesa.

Fatto il preambolo, i fatti. Domenica Livaja ha confermato quel che si sapeva: non è una prima punta tradizionale, non è una seconda punta velocissima. Il croato messo al posto di Denis è partito discretamente per la disponibilità al movimento e all’appoggio verso i compagni, con il trascorrere dei minuti purtroppo è andato perdendo forza e concentrazione, a inizio ripresa ha perso in modo maldestro tre-quattro palloni e Colantuono l’ha sostituirlo.

Livaja e Brienza sono venuti meno rispetto a quel che ci si aspettava da loro. E questo, a quattro giorni da fine mercato, fa pensare: siamo sicuri di restare così? La risposta deve arrivare dal buonsenso: la scelta di restare così o fare mercato dipende da quali sono le alternative. Livaja e Brienza non hanno fatto bene. Ma se la scelta è di cederli, vanno sostituiti.

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