L’impresa Locatelli tra le 7 «aziende dinamiche»

L’impresa Locatelli tra le 7 «aziende dinamiche»L’unica orobica con un fatturato in crescita di oltre il 20% e utili netti pari ad almeno il 4% dei ricavi

C’è anche una bergamasca tra le sette «aziende dinamiche» che il Rapporto Mediobanca censisce come miglior esempio di imprenditoria del 2003. Sette aziende su 3.512 imprese italiane, che hanno registrato una crescita del fatturato di oltre il 20% e contestualmente un volume degli utili superiore al 4% dei ricavi. Erano 14 nell’edizione che analizzava l’andamento del 2002, quando erano ben due le bergamasche: la Erregierre (farmaceutica) di San Paolo d’Argon e la Prefabbricati Cividini (edile) di Dalmine. Un dimezzamento, rispetto a dodici mesi fa, che conferma il momento ancora difficile che si sta registrando a livello macroeconomico.

La bergamasca di quest’anno, invece, è l’impresa Locatelli Geom. Gabriele Spa di Grumello del Monte: settima su sette (al primo posto c’è la Geox di Treviso, seguita nell’ordine da Falck di Milano, Premuda di Genova, Cesi Cooperativa Edil di Bologna, Paver Costruzioni di Piacenza e Sacci Cemento di Roma), con un incremento del fatturato pari al 20,71% (dai 100,67 milioni di euro del 2002 è salita nel 2003 a 121,52 milioni) e un utile netto di 7,07 milioni (pari al 5,82% del fatturato). Valori che la collocano, a livello generale, all’815° posto italiano: in deciso miglioramento rispetto all’894° posto del 2002.

Un’impresa, la Locatelli che non ha perso la connotazione famigliare nonostante abbia via via improntato la sua crescita nell’ottica di un servizio globale: «Abbiamo realizzato una struttura operativa che ci permette di garantire al nostro committente tutte le fasi dell’opera: in pratica un intervento chiavi in mano - spiega il presidente della società Pierluca Locatelli -. Oggi operiamo con oltre 420 dipendenti a cui si aggiungono altri 400 lavoratori di imprese in subappalto, mentre la nostra società conta su oltre 900 mezzi-macchine operative specializzate. Ma stiamo definendo con altri tre operatori del settore un accordo per la costituzione di un consorzio stabile che ci permetterà di diventare "general contractor": vale a dire potremo partecipare ad appalti per opere pubbliche del valore di oltre un miliardo di euro: in pratica cantieri tipo quello del Ponte sullo Stretto di Messina. Oggi, da soli, possiamo concorrere per appalti fino ai 200 milioni di euro: una struttura che ci permette di essere tra le prime aziende in Italia con interessanti prospettive anche all’estero: in Grecia, per esempio, stiamo realizzando 7 chilometri di galleria sull’autostrada che collega Igoumenitsa a Ioanina».

Dando uno sguardo alla classifica delle sette «imprese dinamiche» del 2003, balza all’occhio come buona parte di queste siano impegnate nel settore edile: «Tra le poche cose buone fatte da questo Governo - analizza Locatelli - c’è sicuramente il rilancio delle opere pubbliche. Dopo "Tangentopoli" le regole in questo settore sono cambiate così come il metodo di lavoro è cambiato. Questo ha portato al risultato concreto di privilegiare le imprese che garantiscono efficienza e capacità operative. In altre parole il mercato si è finalmente aperto alle vere imprese: non più pachidermi societari, né "scatole vuote", o società con quattro tra dipendenti e mezzi operativi». Da qui il buon momento per il settore e per le imprese operative.

Ma è anche la passione il vero «carburante» che fa correre le imprese: «Se non c’è passione non si va da nessuna parte - conclude Locatelli -. L’esempio nostro? Beh, io ho cominciato da ragazzino: nel ’77 dopo la scuola i pomeriggi li passavo in cantiere con mio padre. Una tradizione tramandata di generazione in generazione».

(27/10/2004)

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