Marinelli: «No alle partite di sabato sera»

L’analisi del direttore del Centro studi e ricerche sulla sicurezza pubblica, che da anni studia il fenomeno della violenza nel calcio, sugli incidenti di Avellino

Mancanza di organizzazione che ha portato a vendere un numero eccessivo di biglietti; la partita giocata di sabato sera in notturna e una tifoseria, quella del Napoli, «che odia tutti ed è odiata da tutti». Maurizio Marinelli, direttore del Centro studi e ricerche sulla sicurezza pubblica, che da anni studia il fenomeno della violenza nel calcio, individua questi tre fattori alla base della serata di follia di sabato sera ad Avellino, dove la partita é stata rinviata a causa degli scontri tra i tifosi napoletani e le forze dell’ordine.

«Gli ultrà del Napoli - sintetizza il funzionario di Polizia - si muovono in massa, sono sempre migliaia». A questo si aggiunge che la partita era un derby campano, ad alto rischio, e i biglietti venduti erano molti di più rispetto alla capienza dello stadio. C’é poi stato l’episodio del tifoso caduto da una tettoia dello stadio Partenio che ha ancor più esasperato la situazione. «Certo, è molto bello e spettacolare giocare di sabato sera - dice Marinelli -, ma questo complica la situazione per quanto riguarda l’ordine pubblico: per esempio l’elicottero non si può alzare in volo e le immagini degli scontri sono di difficile interpretazione, non si riesce a identificare i violenti».

No, quindi, alle partite di sabato sera, quando si muove un numero maggiore di persone, e comunque in notturna, mentre la polizia «dovrebbe poter intervenire nella stesura dei calendari per evitare che ci siano partite a rischio contemporaneamente».

Poi, prevenzione. E in questo senso il funzionario condivide pienamente la circolare del ’97 dell’allora capo della Polizia, Ferdinando Masone, la quale disponeva che fossero sempre gli stessi i poliziotti a seguire i tifosi, in modo tale che si creino rapporti tra ultrà e forze dell’ordine. Più telecamere negli stadi, auspica Marinelli, che condivide anche la presa di posizione del Siulp di Napoli il quale chiede che non vengano più mandati agenti allo stadio ma siano le società a farsi carico della sicurezza. «E’ quanto noi sosteniamo da tempo: in un anno l’impiego dei poliziotti in questi servizi costa 105 miliardi di vecchie lire. Questo per le spese vive, ma poi va aggiunto il fatto che questi uomini vengono tolti da altri servizi».

Le polemiche estive che hanno agitato il mondo del calcio possono aver contribuito a quanto accaduto ad Avellino? «Non sono in grado di stabilire un rapporto di causa-effetto. Lo capiremo solo nelle prossime giornate», risponde Marinelli.

(21/09/2003)

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