Petagna, esagerate le sue esultanze
mal tollerate dagli ex supporter?

Ha esagerato Andrea Petagna nell’esultare in occasione dell’impietosa doppietta rifilata agli ex compagni di squadra? La maggior parte della tifoseria nerazzurra ha mal digerito il modo certificatamente plateale del ventitreenne triestino che aveva lasciato Bergamo dopo due stagioni sportive.

Evidentemente Petagna ha preferito sfogare e festeggiare mani al cielo sul manto erboso la sua personale rivincita. Altri colleghi sono, viceversa, abituati a rimandare e a brindare all’impresa non appena messo piede nello spogliatoio a partita terminata. Mettiamoci, comunque, nel particolare stato d’animo della punta in questione che con la casacca atalantina ha conosciuto periodici alti e bassi. Critiche e disappunti, in ogni caso, hanno superato di gran lunga consensi e approvazioni. Al riconoscergli impegno agonistico e l’abilità nel distribuire invitanti palloni ai compagni di reparto si era soliti contestargli l’ esasperante difficoltà nel trafiggere la porta avversaria. E per un bomber, naturalmente, non è cosa di poco conto. Del resto nelle 63 presenze da noi aveva totalizzato solo 9 reti l’equivalente di poco più di quattro all’anno. Numeri oggettivamente scarsi per un attaccante anche se Gian Piero Gasperini gli aveva etichettato la classica nomea di “regista d’attacco”. Da qui il nulla osta al trasferimento a Ferrara nel corso del mercato estivo e l’arrivo di Zapata accolto a braccia aperte dal popolo nerazzurro. Ma nel confronto di lunedì sera, nel ristrutturato stadio emiliano, ha prevalso nettamente Petagnone sullo specialista Zapata rimasto all’asciutto nelle vesti di goleador. Questo, però, è il calcio al diavolo della tecnica e della tattica e di altre strategie ritenute sacrosante da una moltitudine di addetti ai lavori.

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