Ruggeri invoca: «Inchiesta sul Messina»

«Troppi casi strani a favore dei siciliani: si deve cercare di capire cosa c’è dietro. Seriamente, però Assurda la minaccia di Gaucci, ma nel calcio servono facce nuove e pulite. Io? Non mi candido»

Quando ci vuole, ci vuole. E adesso, quel che ci vuole è un’inchiesta sul Messina. Il presidente dell’Atalanta Ivan Ruggeri la pensa così e lo dice chiaramente.

Presidente, i fiumi dei veleni sono in piena. Messina, Perugia, un disastro. Che si fa?

«Si faccia chiarezza. Il presidente del Messina ha fatto una denuncia e avrebbe fatto bene a farla fino in fondo. L’ho sentito fare la vittima in tv: mi ha fatto senso. Con quello che è capitato a noi...».

Quindi lei chiede un’inchiesta federale?

«Ma non per accusare il Messina di chissà cosa, ma per fare chiarezza. Se le voci che circolano si rivelano false meglio: si smetterà si sparlare».

Però intanto si parla. Di cosa?

«Beh, ci sono dati di fatto, tipo l’accoglienza riservata a noi a Messina, dove di sportivo non c’è stato proprio niente. Quindi dico questo: serve un’inchiesta per chiarire se la società ha delle responsabilità nei fatti che hanno riguardato noi e anche altre squadre. Se la società non ha niente da perdere accetti l’inchiesta con serenità».

Ma secondo lei cosa dovrebbe anche chiarire l’inchiesta: se gli arbitri aiutano deliberatamente il Messina ad andare in serie A?

«Voglio capire se è solo un caso che il Messina ogni domenica sia protagonista di episodi a suo favore, oppure se questi episodi accadono perché dietro c’è qualcosa. Parlo di rigori, espulsioni, direzioni di gara. Noi l’abbiamo vissuto sulla nostra pelle: la punizione del primo gol, il rigore negato a Saudati... Io questo lo posso denunciare in prima persona. Sul resto mi piacerebbe capire».

Capire per esempio se è vero che il Messina «deve» andare in A perché interessa alle tv, oppure perché la squadra è protetta perché molto vicina alla «scuderia» di Moggi? Le famose voci dicono questo...

«Io non ho prove. Però può darsi... Insomma: se tante campane suonano qualcosa può esserci. E allora tocca all’Ufficio Indagini. Ma le cose vanno fatte bene: un’inchiesta fatta per essere fatta, o magari per insabbiare non mi interessa».

E il Perugia? Che dice della minaccia di Gaucci di ritirare la squadra?

«Mah, siamo all’assurdo. Qualunque presidente più o meno potrebbe dire le cose che dice Gaucci. Sta cercando di aggrapparsi a questa cosa, ma lanciare minaccia adesso che il Perugia è spacciato... Avrei voluto vederlo con qualche punto in più in classifica: non penso avrebbe fatto la stessa cosa».

Però certi episodi ai danni del Perugia sono eclatanti. Gaucci dice che è una vendetta di Carraro.

«Ma i torti arbitrali non li subisce solo Gaucci. Anche l’Atalanta, se proprio vogliamo guardare, ha avuto solo 5 rigori in 38 partite...».

Ma allora non si potrebbe fare un’inchiesta anche sul Perugia? Tanto per capire se dietro c’è la regia di qualcuno...

«Difficile. La verità è che non si può andare avanti così. Il calcio va cambiato, punto e basta».

Petrucci ha chiesto al governo di aprire un tavolo di discussione sui problemi del calcio.

«Ma cosa c’è da discutere? Basta far rispettare le regole. Bisogna avere il coraggio di fare questa cosa. Probabilmente però in questo momento chi guida il calcio non ha la forza per farlo».

La forza? O forse l’interesse?

«Beh, se Carraro non lo fa per i soldi e Galliani perché è anche presidente del Milan vadano via. Si cambino le facce, se ne trovino di pulite e senza interessi».

Lei è sempre dell’idea di non candidarsi?

«No, non in questa gabbia di matti».

Tempo fa era in corsa per la guida della Lega. Se avesse accettato magari il calcio sarebbe andato diversamente... Pentito?

«Mah, forse è così. Però è inutile rivangare il passato. Il momento del cambiamento è adesso, ma temo che non arrivi».

Arriverà invece un’altra estate rovente?

«Temo di sì. Vogliono far iscrivere società in amministrazione controllata. Roba da matti. Non vogliono capire che le società devono andare avanti solo se qualcuno ci mette i soldi. Invece continuano a coprire i buchi con i debiti».

Matarrese ha detto che non vede l’ora che la stagione finisca...

«Non è l’unico. Chissà che alla fine non se ne vadano tutti».

Presidente, la Foppa ha fatto sorridere i bergamaschi. Adesso a chi tocca?

«All’Atalanta, e ce la stiamo mettendo tutta. Intanto faccio grandi complimenti alla Foppa. Un’impresa straordinaria».

(21/4/2004)

Roberto Belingheri

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