Salta l’Ungheria, il Giro pensa a Bergamo
Omaggio a Gimondi e ai morti per il Covid

«Potrebbe. Per ora è soltanto un sentito dire. Debbo parlare con Vegni». Giovanni Bettineschi, presidente della Promoeventi Sport, non si sbilancia.

Ma nemmeno esclude la possibilità che il Giro d’Italia 2020, in calendario dal 3 al 25 ottobre, possa fare tappa a Bergamo o nella Bergamasca, come anticipato ieri (mercoledì 6 maggio, ndr) dal collega Paolo Venturini sul Giornale di Brescia. Il fatto che debba parlarne con Mauro Vegni, direttore del Giro, sta a significare che siamo in uno stadio più avanzato rispetto a una ipotesi pura e semplice. Tutto nascerebbe dal fatto che, essendo saltata la partenza in Ungheria, il Giro si trova ora nella necessità di ridisegnare in qualche misura il proprio percorso e, soprattutto, di reperire tre sedi nuove per mantenere inalterato il numero delle tappe, storicamente fissato in 21. Ed essendo la situazione delicata anche sul piano economico, ne consegue che non è facile, a soli cinque mesi dall’evento, trovare le risorse finanziarie indispensabili. Ergo, l’organizzatore è andato sul sicuro e ha sondato fra gli altri il suo fidatissimo proconsole in terra orobica, Bettineschi appunto, per verificarne la disponibilità.

La scelta di Bergamo coinvolgerebbe anche le vicine province di Brescia e Lodi e sarebbe una sorta di omaggio del Giro d’Italia, la più importante manifestazione popolare del Paese, alle terre flagellate dal coronavirus, diventate il simbolo dell’emergenza sanitaria nel mondo. Non solo: sarebbe l’occasione più idonea anche per rendere omaggio alla memoria del nostro grande, indimenticabile Felice Gimondi, scomparso lo scorso 16 agosto: il prossimo sarà infatti il primo Giro senza il campione che più d’ogni altro lo ha rappresentato nell’ultimo mezzo secolo sulle strade italiane.

Ovviamente, se il progetto si concretizzerà, si dovranno scegliere in fretta, perché il tempo stringe, le sedi di partenze e arrivi, i percorsi e, soprattutto, la collocazione delle nuove tappe lombarde nel programma della corsa rosa. La Valle Seriana, dove tutto è nato, potrebbe esserne interessata. Quanto alla collocazione, restano in piedi tutte le ipotesi: i tre giorni nella nostra regione potrebbero essere inseriti nella seconda parte del Giro, e questa sembrerebbe la soluzione più praticabile. Ma non è da scartare nemmeno l’eventualità che, nell’ottica di una sostituzione sic et simpliciter delle tre tappe ungheresi, il Giro d’Italia possa addirittura partire da qui, per poi trasferirsi in Sicilia per la prevista quarta tappa, Monreale-Agrigento.

Intanto, la Gazzetta di ieri mattina ha avanzato l’ipotesi che il Giro di Lombardia, anziché il 31 ottobre come previsto dal calendario internazionale, possa essere anticipato a un sabato della seconda metà di agosto, prima dell’inizio del Tour. Questo spostamento consentirebbe di farlo contestualmente diventare prova unica del campionato italiano, prendendo così due piccioni con una fava. Il Giro di Lombardia, come noto, partirà da Bergamo per concludersi a Como dopo avere percorso sulle nostre strade un centinaio di chilometri.

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