Vince un velocista, ma non è quello che tutti avevano pronosticato. Ad Alessandro Petacchi, condotto alla perfezione fino alla rampa di lancio dai suoi scudieri, mancano le forze a cento metri dal traguardo. E’ davanti a tutti, ma ha le gambe indurite. Zabel, che lo segue a ruota e ne sfrutta la scia, lo salta a velocità doppia e si catapulta verso a linea. Il tedesco ha già vinto quattro volte la «Sanremo» e dunque conosce le regole: si spremono sui pedali tutte le energie e ci si offre braccia al cielo ai flash dei fotografi. E’ quello che fa lo stagionato campione berlinese, soltanto che lo fa troppo presto, a dieci metri dalla fettuccia: in agguato, alle sue spalle, c’è il furbo spagnolo Oscar Freire, che lo affianca sulla destra e lo passa con un ultimo colpo di reni.
Il succo della 95 Milano-Sanremo, la classica più lunga del calendario con i suoi 294 chilometri, è racchiuso tutto in questi ultimi intensissimi cento metri. In precedenza, c’era stata la solita lunga fuga iniziale, inscenata a Voghera da cinque coraggiosi (Dierckxens, Tauler, Tomi, Portal e Barrado) ed esauritasi nella zona dei Capi dopo aver toccato un vantaggio massimo di 16’40" nei pressi di Tortona. Dopodiché, si erano fatti vedere l’ottimo Celestino, in fuga nel tratto di pianura fra la Cipressa e il Poggio, l’eclettico nembrese Matteo Carrara, primo attaccante sul Poggio, e infine Bettini, l’unico - con Celestino - ad avere concretamente cercato di evitare il volatone generale, dal quale si era già autoescluso Cipollini, in difficoltà sin dalla Cipressa.
Ordine d’arrivo: 1. Oscar Freire (Spa/Rabobank) km 294 in 7h11’23", media 40,892; 2. Erik Zabel (Ger); 3. Stuart O’Grady (Aus); 4. Alessandro Petacchi; 5. Max Van Heeswijk (Ola); 6. Igor Astarloa (Spa); 7. Romans Vainsteins (Let); 8. Paolo Bettini; 9. Miguel Martin Perdiguero (Spa); 10. Peter Van Petegem (Bel); 11. Erik Dekker (Ola); 12. Mirko Celestino; 109. Mario Cipollini a 5’40"; 120. Michele Bartoli.
(20/03/2004)
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