Taibi: «Promozione a suon di record»

Alla vigilia della trasferta umbra il portiere dell’Atalanta fa un pensiero alla miglior difesa «Ma quel che più conta è andare in serie A. Servono otto punti, prima li facciamo meglio è»

Atalanta in A e Massimo Taibi portiere meno battuto del campionato. A quattro giornate dalla fine, con i nerazzurri quinti e la miglior difesa della B, un pensierino lo si può tranquillamente fare. E magari lo ha fatto anche il portiere palermitano, che grazie ai quattro gol subiti dal Piacenza a Torino e allo 0-0 interno col Livorno della sua Atalanta, si è ripreso lo scettro, con soli 34 gol incassati.

Ma al primato, Taibi antepone un traguardo ben più importante, a cui tiene decisamente molto di più: «Mi farebbe piacere terminare il campionato da portiere meno battuto, ma la cosa non è che mi interessi più di tanto. Se mi dicessero che da qui alla fine vinciamo sempre 4-3, credetemi, ci metterei subito la firma».

La promozione prima di tutto?

«Certamente, anche se subire pochi gol fa indubbiamente piacere. Comunque vadano le prossime quattro partite, la nostra sarebbe una delle migliori difese della B».

In qualsiasi categoria, prendere pochi gol è sinonimo di successi, di prime posizioni.

«È vero, mi ricorderò sempre le parole del mio compagno Settimio Lucci ai tempi di Piacenza. Mi diceva: "Massimo, tu pensa a non pigliare gol che siamo a metà dell’opera". Non a caso col Piacenza sono salito due volte in serie A e in entrambi i casi con la seconda miglior difesa».

La storia si potrebbe ripetere a Bergamo?

«Noi abbiamo una squadra buonissima per la categoria. Davanti con gente come Gautieri o Saudati, l’occasione per far gol prima o poi ti capita sempre. Perciò se non prendi gol, hai moltissime probabilità di vincere».

E l’Atalanta ha mantenuto la porta inviolata 19 volte...

«Non prendere gol domenica da due come Protti e Lucarelli è stata una grande prova di forza della nostra difesa e la dimostrazione che siamo tornati quelli di prima. Io sono favorito da una difesa che gioca alla grande, da un centrocampo che fa filtro, da un attacco che si sacrifica anche in copertura».

(21/05/2004)

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