Un’Atalanta al top
per obiettivi da sogno

Veramente brava questa Atalanta che si diverte a raggirare mettendoli in evidente difficoltà coloro che si ostinano a non crederla in grado di stupire anche i più scettici. Era stato sufficiente lo stop con i bianconeri, appena tre giorni prima, per sbiadire in maniera pesante tutto ciò che i nerazzurri avevano felicemente confezionato nelle precedenti otto gare.

Si era, così, sprecato tempo per ridimensionare obiettivi e quant’altro. Anche solo sussurrare il sogno europeo si veniva tacciati di gigantesca incompetenza e di illusionismo con la classica «I» maiuscola. Eccoci, invece, adesso a lustrarci gli occhi nell’osservare il settimo posto in classifica addirittura a quattro punti dalla zona Champions. Altro che conteggiare le lunghezze che separano la squadra dalla salvezza.

Per di più il prosieguo della certificata euforia è figlio di un secondo tempo strepitoso ai danni di una Lazio sino a quel momento seconda in graduatoria staccata di un paio di punti dalla capolista Roma. Una prestazione, l’ultima, all’insegna di giocate corali, di impegno agonistico e di prove singole a livelli palpabilmente qualificati.

Da menzionare, al riguardo, due giocatori sugli altri: Gomez, autore del gol (e che gol!) del successo e Raimondi che, gettato nella mischia in corsa, ha procurato l’autentica scossa all’intero collettivo per ribaltare il ritmo della sfida e ciò che conta il risultato finale. Visualizzando le cifre, i 17 punti messi in cassaforte nelle dieci partite disputate equivarrebbero (se mantenuta la media) ai 65 o giù di lì al termine del campionato. Magari troppi per una provinciale Atalanta allineatasi, da non dimenticare, ai nastri di partenza del torneo all’insegna principale di salvaguardare la categoria. Ma l’appetito si sa, viene mangiando con quel che segue. Ci sorge, però, un consistente dubbio: non è che a mercato estivo chiuso si sia sottovalutata la competitività dell’organico e in particolare la bravura del suo allenatore?

© RIPRODUZIONE RISERVATA