Bergamo, quei prati diventati città
In un secolo è cambiato (quasi) tutto

Storylab ci mostra uno scatto affascinante di Bergamo: risale alla fine dell’Ottocento e racconta quanto è cambiata la città in poco più di un secolo.

Città Alta era ed è ancora lì, bella ieri almeno quanto oggi. Ma ai suoi piedi è cambiato tutto. Questa foto condivisa su Storylab.it nei post di Roberto Brugali e Duccio Crusoe risale all’ultimo decennio del 1800 e ci mostra come è cambiato il panorama di Bergamo bassa nel corso del secolo successivo. Là dove un tempo c’erano prati, campi coltivati, alberi e cascine sono cresciuti anno dopo anno grandi palazzi, strade e piazze. Il grande prato di Sant’Alessandro, tradizionale area della Fiera, si estendeva dall’attuale via Borfuro fino alla chiesa di San Bartolomeo sul Sentierone e oggi è completamente coperto dagli edifici del centro; mentre il monastero di Matris Domini, visibile a destra e tuttora esistente, è ormai circondato dai palazzi di via Locatelli. Se non fosse per l’inconfondibile skyline di Città Alta, sarebbe difficile riconoscere la nostra Bergamo in questa immagine. E oggi non è facile nemmeno farsi largo tra i palazzi e il traffico della città per cercare un punto di osservazione «aperto» come allora. Qui di seguito un confronto tra gli spazi ariosi di ieri e quelli ristretti della città di oggi, con lo scatto del nostro Beppe Bedolis dalla zona della stazione.

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