Socializzare?
È bello e utile

Socializzare è uno dei cardini della buona riuscita dello sviluppo del vostro cane. Fin dalle prime settimane, infatti, il cucciolo necessita di conoscere tutto ciò che ha intorno e di associarlo positivamente in modo poi da non averne paura da grande. I bravi allevatori lo sanno e cominciano fin da subito questo difficile compito. E questo in parte spiega il motivo per cui un buon cucciolo di razza non costa mai poco, ricordatevi che dietro c’è un importante e determinante lavoro.

Facciamo attenzione però: il percorso di socializzazione non si conclude in allevamento: quando portiamo a casa il nostro cucciolo, non prima dei due mesi di età, abbiamo davanti a noi una responsabilità di non poco conto. Vediamo come farlo entrare in contatto con il mondo che lo circonda, dentro casa così come all’aperto.

Cominciamo dalla nostra dimora: lasciamogliela esplorare, ponendogli solo i piccoli divieti che devono determinare la sua buona educazione (letti, divani ecc.), lasciamo che entri a contatto con tutto ciò che ancora non conosce e che può essere fonte di piccoli timori (ad es. l’aspirapolvere e l’asciugacapelli) in maniera molto graduale, partendo sempre da lontano, avvicinandoli molto lentamente ed associandoli sempre in maniera positiva, con coccole e piccoli premi.

Anche per i rumori più improvvisi possiamo fare qualcosa: prendiamo un cucchiaio e un coperchio da padella e cominciamo a batterli dapprima molto piano per poi progressivamente aumentare l’intensità dei colpi. In questo caso stiamo molto attenti alle reazioni del cane, non dobbiamo terrorizzarlo, ma premiare la sua calma. E’ un’operazione che va fatta giorno per giorno e non in cinque minuti!

Parliamo ora del campanello, che spesso diventa oggetto di aspri diverbi tra vicini di casa: il cane abbaia ogni qualvolta sente il campanello semplicemente perchè nel tempo impara ad associare il suono all’arrivo in casa, e quindi nel suo territorio, di qualcuno (che spesso è un estraneo) e perchè a tale suono anche il nostro atteggiamento assume un rituale ben preciso: andiamo al citofono, rispondiamo, ci mettiamo sull’uscio ad aspettare. Con un cucciolo il lavoro deve essere immediato ma non risulterà molto difficile: fin dai primi giorni abituiamolo a non associare il campanello alla presenza di un estraneo, facciamolo suonare frequentemente, possiamo organizzare anche vere e proprie «sessioni» di suono ripetute in cui noi facciamo finta di niente e continuiamo semplicemente a fare ciò in cui eravamo già indaffarati. Ripetiamolo per diversi giorni ed avremo ottenuto che il famigerato campanello nient’altro sarà che un normale rumore di casa.

Se la famiglia (ricordiamolo, il branco per il nostro amico peloso) conta anche dei bambini, il processo di socializzazione con loro deve essere il meno traumatico possibile, soprattutto se siamo in presenza di un bimbo piuttosto irruento e di un cucciolo particolarmente timido: insegniamo ai bambini il corretto approccio con il quattrozampe, facciamogli capire che non si tratta di un giocattolo, ma di un vero compagno con il quale crescere insieme.

In questo caso consiglio vivamente di rivolgervi ad un buon Istruttore/Educatore Cinofilo che, a casa vostra, può insegnarvi a sfruttare al meglio i risultati che possono scaturire dalla splendida alleanza tra cane e bimbi. Passiamo ora ad esaminare il processo di socializzazione con il mondo esterno: anche in questo caso cominciamo da subito, non chiudiamo il cane in casa per paura che contragga malattie varie, i vaccini servono proprio per prevenirle, e non uscire con il nostro cucciolo lo priverebbe di quegli stimoli necessari affinchè possa crescere sereno ed equilibrato.

Stimoliamolo quindi, sempre in maniera graduale e positiva, alle situazioni che incontreremo tutti i giorni, dal parco all’autobus, dalla passeggiata in centro al caffè al bar, ma prima di tutto dovremo abituarlo a guinzaglio e collarino, meglio ancora alla pettorina.

Cominciamo quindi da casa a farglieli indossare per pochi minuti, aumentando giorno per giorno il minutaggio e stando attenti a che non cerchi di «mangiarsi» il collarino o la pettorina. Per quanto riguarda il guinzaglio, invece, noterete che da subito cercherà di morderlo, innescando con voi un infinito tira e molla. Il motivo di tutto ciò è molto semplice. Per il cane nient’altro è che un gioco divertentissimo, soprattutto perchè da voi ricambiato tirando dall’altro capo del guinzaglio. In casa quindi potrete ogni qualvolta che inizia a morderlo, lasciarlo e aspettare che si calmi per poi riprendere il comando delle operazioni. Poco per volta capirà che così facendo il gioco del «tira e molla» con il guinzaglio non funziona e la smetterà.

Ora siamo pronti per avventurarci nel mondo, usciamo e scopriamolo insieme ricordandoci di una cosa importantissima: Non facciamoci prendere dall’ansia e dalla paura di essere aggrediti da un altro cane. Il nostro stato d’animo influisce enormemente sul nostro cane. Se siamo tesi lui stesso tenderà ad esserlo. E spesso da ciò, unitamente al fatto che i cani al guinzaglio sentono più facilmente la nostra tensione che non se fossero liberi, nascono incomprensioni e litigi non solo tra cani, ma anche tra proprietari! Per questo consiglio anche di frequentare classi di socializzazione per cuccioli ed adulti. L’istruttore in questo caso vi insegnerà a vivere serenamente la passeggiata e a gestire correttamente la socializzazione del cane, al guinzaglio come in libertà.

Paolo Bosatra
(istruttore cinofilo)

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