Fondi Ue: Benifei (Pd), Liguria in grave ritardo

BRUXELLES - Bisogna recuperare il ritardo accumulato nello sfruttamento dei fondi comunitari per il piano di sviluppo regionale e per il fondo sociale europeo. Lo sottolinea l'eurodeputato Pd Brando Benifei, in un'intervista all'ANSA. "Su 313 milioni da utilizzare entro il 2020, al 31 dicembre 2017 erano stati erogati appena 11 milioni. La Liguria rischia di dover restituire fondi europei per il piano di sviluppo regionale se non saranno adeguatamente spesi", dice l'eurodeputato ligure che attribuisce il ritardo alla gestione "troppo centralizzata" dei fondi comunitari nelle mani del Presidente della regione Toti, "che si occupa molto di politica nazionale e non è in grado di garantire il necessario coordinamento con la Commissione Europea". Soltanto in seguito ad una forte mobilitazione delle organizzazioni degli agricoltori negli ultimi sei mesi la regione ha accelerato nello stanziamento dei fondi comunitari ha sottolineato Benifei secondo cui "bisogna continuare a investire sulla messa in sicurezza del territorio per difenderlo da calamità naturali e sulla promozione delle eccellenze agroalimentari". Anche per quanto riguarda l'occupazione giovanile, "la Liguria è la peggiore regione del nord ovest ed è al di sotto della media nazionale" nota Benifei. La "Garanzia giovani", di cui Benifei è stato relatore al Parlamento europeo, non ha dato risultati sperati nella promozione dell'occupazione giovanile.

 

Secondo gli ultimi dati della regione su 29mila ragazzi che hanno aderito al piano ligure, quelli che hanno concluso il percorso formativo previsto sono 1.909. E di questi, soltanto 307 giovani hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato.

 

Nell'analisi di Benifei, il problema è la "programmazione regionale troppo centralizzata su Genova dimenticando le altre province e le indicazioni stesse della commissione nell'ambito della cosiddetta Agenda urbana". Tuttavia conclude Benifei, c'è stato "un positivo incremento degli apprendistati, "maggiore della media nazionale" e questo per la presenza di una rete di piccole e medie imprese.

 

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