Uso fondi Ue per riforme Stati, Regioni pronte alla battaglia

BRUXELLES - Il Comitato europeo delle Regioni (CdR) è pronto alla battaglia per impedire che parte dei fondi Ue della politica di coesione vengano usati per finanziare le riforme strutturali nazionali. Per la prima volta negli ultimi 5 anni, il CdR è deciso a sventolare il cosiddetto "cartellino rosso" verso la proposta avanzata nei mesi scorsi dalla Commissione Ue, portando la disputa - se necessario - davanti alla Corte di giustizia dell'Unione. Gli enti locali europei ritengono infatti che l'esecutivo comunitario abbia violato il principio di sussidiarietà con la sua proposta di cambiare i regolamenti dei fondi strutturali già per il periodo 2014-2020, prevedendo - attraverso una fase pilota - la possibilità di usare una parte degli stanziamenti per i costi delle riforme nazionali. Il testo è ora nelle mani di Consiglio Ue ed Europarlamento, che hanno il compito di valutarlo ed eventualmente approvarlo.

 

Alla proposta di Bruxelles si può aderire "su base volontaria", e questa comunque "non riduce o intacca le somme allocate agli Stati membri", sottolinea all'ANSA un portavoce dell'esecutivo comunitario. La Commissione "è dell'opinione che queste ulteriori possibilità rispettino il principio di sussidiarietà", aggiunge il portavoce, "la nostra proposta è per una fase pilota nell'attuale periodo finanziario, e non anticipa il nostro progetto sul prossimo" bilancio Ue pluriennale "che sarà presentato a maggio" per il post 2020.

 

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